Arthur Atwater Kent 

breadboard 10C

breadboard 9x

breadboard 1x

Arthur Atwater Kent

Nato nel Vermont nel 1873, Arthur Atwater Kent realizzò la sua prima produzione nel 1897 poi, proseguì a Philadelphia nel 1902.

Il suo primo sistema di accensione per auto è del 1907, il suo primo strumento radio fu nel 1921, la sua prima Breadboard nel 1922. Le prime radio contenute in mobiletti di mogano sono del 1924 e passarono in contenitori metallici nel 1926. La supereterodina è del 1930, la chiusura della fabbrica avvenne nel 1936 dovuta al cambio di mercato che si orientò verso radio economiche che lui non degnò. Si ritirò in California dove visse da pensionato fino alla sua morte nel 1949.

 

 

                                    ATWATER KENT 10C

  

Atw 10 C

Questo esemplare di breadboard, la 10C Atwater Kent, è stato costruito nel 1924 a seguire i vari altri modelli analoghi di questo costruttore. L'Atwater Kent iniziò nei primi del '900 col costruire accessori ed apparati di accensione per le automobili, acquistò una buona tecnologia per lo stampaggio della bachelite e nel 1921 iniziò a produrre bobine, variometri ed altri accessori per la nascente radioricezione. Nel 1922 oltre agli accessori iniziò la produzione delle famose Breadboard ovvero tavole da pane, che forniva in kit ed anche cablate in fabbrica.

il circuito

Il circuito di ingresso è costituito da una bobina in parallelo al proprio variabile dotata di un commutatore per scegliere la presa sulla quale collegare l'antenna. Segue una valvola montata su supporto di bachelite la cui placca va al primario di un trasformatore a radiofrequenza a basse perdite il cui secondario vede la seconda valvola di radiofrequenza e risuona col proprio variabile anch'esso montato a giorno. Questa valvola a sua volta è collegata ad un trasformatore analogo al precedente, sempre con il proprio condensatore di accordo che vede la rivelatrice. La rivelatrice è montata su un blocco contenente anche le due valvole di bassa frequenza ed i relativi trasformatori. In particolare questi due trasformatori hanno il nucleo costituito da un fascio di fili di ferro ripiegati per costituire il circuito magnetico. Analogamente, già per la telefonia, venivano costruiti dei trasformatori detti Hedgog, ovvero a porcospino, che avevano i fili di ferro ripiegati tutto intorno all'avvolgimento formando una palla che all'aspetto richiamava un porcospino. In questi i fili erano ripiegati in un solo piano. L'avvolgimento, costituito in filo sottilissimo, senza spondine ed in strati isolati da carta sottilissima, si interrompe facilmente e purtroppo le attuali tendenze, con spondine, ed il fatto che non si ritrova carta cosi sottile, ci impediscono di restaurarli integralmente. I trasformatori a radiofrequenza in questo modello sono sistemati in modo che tutti gli avvolgimenti siano a 90 gradi tra loro, però in altri modelli sono paralleli tra di loro.

Il funzionamentoatwater10.jpg (583367 byte)

Qui si apre un argomento molto vasto: mentre il collegamento tra il trasformatore dell'ultima radiofrequenza ed il rivelatore è realizzato col il classico circuito condensatore e resistenza a dispersione di griglia e la griglia vede il positivo dei filamenti, i secondari dei due trasformatori di radiofrequenza vedono il negativo e dall'altro lato le griglie tramite una resistenza di smorzamento di oltre 100 ohm. Chiaramente questa casa nel 1921 non aveva fatto a tempo ad acquistare il brevetto di Armstrong, che era ancora valido o forse nemmeno successivamente  lo ha voluto fare; perciò qualsiasi forma di reazione che poteva portare il circuito verso uno stato di oscillazione, anche per guasto (pensate come era protetto bene questo brevetto) gli era vietata. Queste resistenze erano infatti molto efficaci, tanto efficaci che il circuito era molto sordo. Avevano pure da sbandierare i costruttori americani che non usavano la reazione, che la reazione era usata solo per economizzare e che con lo sviluppo delle stazioni di radiodiffusione non c'era tanto bisogno di potenza quanto di selettività e che  un tre circuiti la raggiungeva. Il problema era che una valvola presa a se senza nessun aiuto amplifica al massimo quattro o cinque volte ed anche le neutrodine di allora a 5 valvole se erano ben neutralizzate davano un amplificazione piuttosto bassa.

la soluzione

A questo punto l'utente poteva per conto suo aggiungere un variometro sulla placca della rivelatrice ed ottenere il controllo della reazione. Gli schemi non lo accennavano, la casa non lo diceva ma lo lasciava capire e pare, dico pare, che in certi esemplari cablati in fabbrica lasciassero un filo staccato da collegarsi a cura dell'utente che sotto la propria responsabilità poteva introdurre la reazione. Però se esaminiamo uno dei modelli 10, vediamo che la polarizzazione delle griglie delle valvole di radiofrequenza è data da un potenziometro che vede positivo e negativo dei filamenti senza nessuna resistenza sulla griglia: portandolo verso il positivo il circuito si smorzava, verso il negativo poteva oscillare, infrangendo le patenti. Dunque tutti questi discorsi tornano solo in parte. In ogni modo i trattati dicono che l'inserzione di una resistenza in serie alla griglia, è un buon sistema per linearizzare il rendimento ed è apprezzabile (ma nessuno la usa). Per conto mio, ho provato a ridurre le resistenze del 10C ed ho facilmente ottenuto un leggero effetto di reazione per tutta la gamma che ha reso il ricevitore sensibilissimo. Naturalmente lo ho fatto mettendo delle resistenze in parallelo alle originali con dei piccoli coccodrilli esterni per non rovinare l'originalità del circuito.

I componenti

I componenti sono montati sulla classica tavola di legno e sono costituiti da tre condensatori variabili contenuti in astucci cilindrici con scala graduata sul bordo della quale può agire premendo in avanti una manopola con frizione di gomma che serve per la regolazione fine. Da notare che, malgrado abbia oltre 70 anni la gomma è ancora elastica ed efficiente. Le bobine e trasformatori di alta sono costituite da filo isolato in cotone di circa 0,5mm di diametro avvolte su eleganti supporti di bachelite. Le valvole, tipo 01, sono innestate su un complesso zoccolo, reostato del filamento, e resistenza di smorzamento, tutto inserito in un supporto circolare in bachelite. Il blocco di tre valvole, rivelatrice e due di bassa è costituito da una grossa scatola cilindrica con coperchio di bachelite, che contiene reostato e grid leak. Tutti questi blocchi hanno i relativi terminali di ingresso, uscita ed alimentazione, costituiti da morsetti con terminale a vite zigrinata di ottone. A se c’è anche il tirello per l'interruzione dell'alimentazione ai filamenti.

Il cablaggio

I collegamenti trai blocchi sono fatti con filo stagnato rigido dal sotto della tavola isolato da tubetto sterling solo per la lunghezza inserita nei fori di passaggio e pezzetti di sterling agli incroci. Il cablaggio è brutto ma razionale e segue le vie più brevi. Il cablaggio presenta derivazioni saldate, condensatori brutti ma buoni, anch'essi saldati a cavallo dei fili. Il condensatore dell'altoparlante è alloggiato in un opportuno scavo. Questo cablaggio ricorda quello dei vecchi strumenti salvo che in questi ultimi il filo, isolato in cotone, correva in tracce nel legno riempite di cera od addirittura sotto l'impiallacciatura. L'alimentazione è presa tramite un cavo costituito da robusti fili isolati in gomma e cotone che si sono conservati perfettamente, in contrasto degli analoghi europei.                            

 

 

 

ATWATER KENT mod.9

Il modello 9

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il modello nove con i suoi derivati con numero di codice anche 4455 non poteva essere costruito in fabbrica, se era vero che l'Atwater Kent non voleva infrangere i brevetti di Armtrong. Questo, con l'induttanza variabile sulla placca che ne regola la reazione analogamente allo standard regenerative receiver, infrange il brevetto . La Casa non ne da lo schema e probabilmente veniva fornito come kit, visti i pochi esemplari esistenti tutti diversi. Questo, per esempio, ha l'ultimo bloccocstituito da soltanto 2 valvole ancichèle solite 3

il circuito

 

Iatw9.jpg (21382 byte)l primo blocco sulla tavola è un vario coupler con varie prese per l'antenna che risuona con la capacità d'antenna. Questo va alla griglia rivelatrice con il suo grid leak. Sulla placca un variometro influisce sulla resistenza d'ingresso della valvola spingendola sino all'oscillazione. L'aggiustamento del variometro di placca permetteva la regolazione della reazione. Qui bisogna tornare alla teoria che mostra l'impedenza d'ingresso di una valvola, ovvero quella della griglia, come una capacità unita ad una resistenza che cambiano di valore secondo il tipo di valvola la tensione anodica e molto anche con la corrente di filamento. Tenendo costanti questi parametri e variando l'impedenza dell'uscita, ovvero del circuito di placca, da capacitiva-resistiva  a induttiva si può controllare l'impedenza d'ingresso: con certi valori induttivi la resistenza d'ingresso può divenire negativa, ovvero può sottrarsi alle perdite dei circuiti risonanti e portare tutto in oscillazione; di conseguenza noi useremo questo metodo per controllare la reazione, unito a piccoli spostamenti del reostato del filamento. Questo fenomeno reattivo avviene in quanto la placca della valvola vede sempre la griglia tramite la capacità interelettrodica. Seguono le amplificatrici BF accoppiate con due trasformatori  L'avvolgimento del primo trasformatore è shuntato da un condensatore che permette alla radiofrequenza di scavalcarlo. atw9x4.jpg (223233 byte)

la storia

questo sistema di reazione è detto di Armstrong, insieme ad altri di sua invenzione perchè abbraccia il brevetto preso da Armstrong stesso, ma pare che sia stato ideato da un dilettante, certo  Paul Godley, che, dopo aver interpellato Armstrong che era invece interessato alle onde più lunghe di uso commerciale e di conseguenza non procedette nella direzione dei dilettanti che lavoravano intorno ai 200 metri lasciando che Godley sviluppasse il suo circuito. Questo circuito fu usato intensivamente nei primordi ed usato anche in applicazioni commerciali. Il difetto se mai era che sotto i 700 khz l'innesco della reazione era problematico, tanto che certi costruttori aggiunsero al circuito un leggero accoppiamento reattivo od avvicinando meccanicamente il variometro alla bobina di ingresso, o con qualche spira come faceva La Colin Kennedy nel 1921. I successivi sviluppi dei circuiti di reazione lo fecero mettere in un cassetto.

Tornando al nostro esemplare, i componenti sono i classici dell'Atwater Kent, blocco della rivelatrice e blocco con due valvole audio analogo a quello a tre valvole della n 10, e delle colonnine con dei morsetti a vite situate tanto sul blocco del rivelatore che sul blocco audio permettono di collegarsi a piacere prima o dopo l'amplificazione audio. L'alimentazione viene collegata ad appositi terminali a vite situati sul retro della tavola. atw9x5.jpg (215732 byte)atw9x3.jpg (219378 byte)atw9x2.jpg (229568 byte)atw9x1.jpg (226973 byte)

 

 

                    Atwater Kent

             ad una valvola

   mod 1A

 

 

Questo è ad una sola valvola che funziona da rivelatrice. Il primo blocco è un maestoso variocoupler, ovvero una larga bobina con due commutatori a bottoni, frontali, molto suggestivi che permettono una commutazione fine o grossa delle spire del primario che devono risonare con l'antenna.Il blocco condensatore variabile è connesso sul secondario ed al grid leak della valvola, situata nel proprio supporto che contiene il grid leak stesso ed il reostato di filamento. Un indice graduato con rotazione di solo 90 gradi è disposto sul frontale del blocco sopra i commutatori. Antenna ed alimentazione vanno collegati agli appositi terminali a vite situati ai lati della tavola.adk11.jpg (4243537 byte)

Carlo  Bramanti,dicembre 1997atw1x4.jpg (330988 byte)atw1x1.jpg (246960 byte)atw1x2.jpg (263881 byte)atw1x5.jpg (70120 byte)