Enrico Boggio lera

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Enrico Boggio Lera nacque il 6 marzo 1862 a Bardonecchia, dove suo padre - ing. Lorenzo - si era trasferito da Biella perché impegnato, per le ferrovie del Regno Sardo-Piemontese, nei lavori del traforo ferroviario del Frejus. Dopo la licenza liceale, entrò nella Regia scuola normale superiore di Pisa.

Nel 1885, si laureò con pieni voti in fisica-matematica, Boggio Lera ottenne nel 1887 la cattedra di insegnamento all'Istituto tecnico di Sassari; quivi conobbe la sua futura moglie, Virginia Manca, , da cui avrà sette figli.

Nel 1892 fu trasferito a Catania, presso l'istituto tecnico; nel 1893 iniziò l'insegnamento della fisica anche nella Regia scuola di viticoltura ed enologia.

Nel 1898 il suo ceraunografo che fu presentato al Congresso internazionale di meteorologia a Parigi

Ricevette numerosi premi e gratificazioni tra le quali nel 1925 venne nominato Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia, e Cavaliere Ufficiale, per gli eccezionali meriti di insegnante.

 

      Dalle cronache dell’epoca: Popov ed altri studiosi pensarono di utilizzare il nuovo balocco per rilevare scariche atmosferiche, col chiaro scopo di prevedere l’arrivo di temporali. Abbiamo solo la documentazione di Popov che in un primo                                        momento da un disegnino che non si capisce molto, poi da uno schema più                   chiaro                                          sorprendentemente simile

 

 

 

 

 

 

 

          

 

 

 

 

a quello di Marconi, presentandolo dopo che Marconi aveva pubblicato lo schema del suo nel 1897, come integrazione al brevetto provvisorio del 1896. Prima Marconi era stato prudente mantenendo il segreto sul circuito, che però era già stato intuito da altri studiosi, vedi il nostro Ascoli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma l’idea di un ceraunografo registratore fu successiva, di Enrico Boggio lera, torinese ma in forza dell’osservatorio di Catania. Contemporaneamente a lui, ed indipendentemente, Pietro Lancetta, dell’Osservatorio di Girgenti, ne aveva tentata la realizzazione, ma il coherer a limatura era risultato così poco affidabile che aveva abbandonato il progetto per riprenderlo nel 1900 all’avvento del coherer a mercurio.

Tornando a Boggio lera, questi aveva trovato difficoltà col circuito di alimentazione che shuntava la radiofrequenza al coherer. Abbiamo già visto applicare il coherer alle linee di lecher senza alimentazione, e misurare successivamente

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

la sua coherizzazione. Marconi aveva risolto il problema con le due bobinette di arresto che andavano bene per la alta frequenza. Purtroppo a Boggiolera le bobinette non funzionavano dato che nelle scariche atmosferiche erano presenti anche frequenze bassissime, che non si accorgevano neanche delle bobine.:. accortosi che collegando due coherer uno in serie, l’altro parallelo al circuito di alimentazione, questi funzionavano entrambi, realizzò un coherer con un elettrodo forato dal quale faceva passare un cilindretto opportunamente isolato che faceva da secondo elettrodo.

Vediamo ancora un'altra cosa. A quanto pare la resistenza del coherer diminuiva in quantità diversa con l’intensità della scarica, così aveva inserito relais di sensibilità diversa che attraessero, per esempio, uno quando la resistenza del coherer scendeva sotto i 1000 ohm, entrambi  con 10 ohm. Risultavano linee di lunghezza diversa sullo strumento registratore. Ciò mi riporta alla memoria il successivo preavvisatore di terremoti di Atto Maccioni del 1909 nel quale Maccioni usava coherer di sensibilità diversa per distinguere le scariche elettriche che, secondo lui ed altri, precedevano i sismi.