La nascita della radiotelegrafia nell'esercito italiano. 

Trascrivo qui le notizie che ho reperito sui primordi della radiotelegrafia nel nostro esercito. Discuteremo alla fine della trascrizione delle discordanze tra i testi che ci lasciano ancora qualche dubbio. 

La telegrafia senza filo ed il suo impiego militare. 

Da una conferenza detta nel gennaio 1906 agli ufficiali del presidio di Firenze da Pietro Aliquo Mazzei, capitano del Genio: 

....Le prime prove di radiotelegrafia militare vennero fatte presso il 3* reggimento genio, poco dopo conosciuti i risultati delle esperienze di La Spezia,e sul cadere del 1900 pote'essere pronta a funzionare la prima linea stabilita tra Piacenza e Gossolengo della portata di 7 1/2 km. 

   I buoni risultati ottenuti ,a malgrado dell'imperfezione degli impianti,indussero a fare altre esperienze con apparati meno rudimentali; e mediante due stazioni complete fornite dalla Regia Marina,si poterono stabilire tra il 1900 ed il 1903 numerose comunicazioni, dapprima attraverso lo stretto di Messina, poscia nella campagna romana e nella pianura pistoiese. 

   In queste esperienze furono  sperimentate antenne a cilindri, che consentono una limitata altezza, facilita'di trasporto e sufficiente capacita', antenne a piramide col vertice in basso...antenne parallelepipede, sostenute da palloncini frenati tenuti a poco piu' di 100 metri dal suolo....in qualche caso riusci' possibile spingere la corrispondenza fino a circa 90 km.

.....Nell'estate 1903 poterono essere in tempo allestite per prendere parte alle grandi manovre di quell'anno svoltesi nel Veneto,due stazioni complete trasportate su carrette a due ruote.  

Notizie sulle applicazioni elettriche presso il R Esercito. 

Memoria di Domenico Carbone, in un congresso internazionale sulle applicazioni elettriche .Torino settembre 1911. 

....La prima applicazione del sistema Marconi, intuito meglio che conosciuto, fu fatta nel 1902 dal Tenente Colonnello del Genio Marantonio (oggi Maggior Generale), fra Piacenza e Gossolengo, mediante uno speciale sistema che funziono' per parecchio tempo in modo piu' che soddisfacente. -Sotto la direzione di questo ufficiale furono piu' tardi eseguite, con buoni risultati, non poche prove di trasmissione con gli apparecchi Marconi fra M.Mario (Roma) ed una stazione da campo- Alle grandi manovre del 1903 funzionarono due stazioni mobili da campo, ma che non diedero risultati molto soddisfacenti.....Dopo il 1903 il servizio radiotelegrafico passo' al battaglione specialisti del genio. 

Dalla relazione del tenente di vascello Rainer intorno al giugno 1904: 

Ebbi ultimamente l'occasione di visitare la stazione rt di Firenze. Le principali notizie riguardanti detta stazione, che credo importanti a portare a conoscenza sono: 

a) L'aereo e' costituito da filo bimetallico di diametro poco superiore ad 1 mm. E' il filo usato dal Genio militare per le linee telefoniche da campo. 

b) nel circuito di scarica in luogo delle solite bottiglie di Leida, viene qualche volta usato un condensatore piano, ad olio di vaselina,f ornito dalla Wireless per le stazioni radio telegrafiche da campo del genio militare. 

c) nel locale della stazione fu, con successo, applicato un piccolo condensatore in derivazione al tasto telegrafico (circuito a corrente continua) eliminando cosi' i disturbi prodotti dalle ordinarie trasmissioni telegrafiche sul ricevitore radiotelegrafico. Oss:sistema proposto dal T.V. Rainer ed ora regolamentare.

Da le vie del mare e dell'aria,1919 pag 282 

Come nacque in Italia la radiotelegrafia militare. 

Umberto Bianchi.  

    Sulla fine del 1901 il Ministero della Guerra diede incarico al Comando del 3° Reggimento Genio Telegrafisti, con sede a Firenze, d'iniziare studi ed esperienze allo scopo di stabilire se la telegrafia senza fili, che gia' da qualche anno dava utili servizi alla Marina, avrebbe potuto renderne del pari all'esercito in applicazioni campali. Il Comando del 3° Genio affido' l'incarico di detti studi ad un colto ufficiale superiore, il Tenente Colonnello cav. Enrico Marantonio e ad un giovane intelligente subalterno, il tenente ing. Vergerio. Il Colonnello Marantonio fece subito un viaggio in Inghilterra per rendersi conto, personalmente, presso la Compagnia Marconi, dello stato di allora della radiotelegrafia,mentre l'ing. Vergerio, procuratesi alcune pubblicazioni e sceltisi a propri collaboratori subordinati, nell'ambiente del reggimento, due giovanissimi telegrafisti che possedevano anche delle conoscenze di elettrotecnica, inizio'senz'altro un corso di studio, esclusivamente teorico, sul geniale argomento. 

    Nel Marzo del 1902 il colonnello Marantonio torno' dall'Inghilterra con un largo corredo di cognizioni e con il materiale occorrente per impiantare una stazione di prova. bSi trattava di un grosso rocchetto, di alcune bottiglie di Leida, di un Jigger in una cassetta chiusa e sigillata avente forte sapor di mistero....,di un tasto con annesso commutatore a corda, di un ricevitore Marconi Mod.1901, di una macchina telegrafica Digney e di una scatola dei famosi coherers.

    Io ero per l'appunto uno dei due giovani telegrafisti scelti dal comando per i nuovi studi (l'altro era il povero Desiderio Fontan, morto pochi anni dopo nella catastrofe di Messina, travolto dalle macerie di quella stazione radiotelegrafica) e ricordo l'emozione che provai in quell'istante, quando da certe casse vennero estratti i famosi apparecchi di cui tutti parlavano e che nessuno, ancora, aveva mai visti! Li estraemmo con grande cura, li montammo subito sopra un grosso tavolo gia' preparato ad hoc e disponemmo gli attacchi della corrente del gruppo generatore del nostro laboratorio, formando il circuito di trasmissione secondo le indicazioni di Marantonio. 

    Dopo mezz'ora una scintilla di 15 millimetri crepitava rumorosamente all'intorno e gli echi del caratteristico ronzio si diffondevano sotto le arcate del vecchio chiostro di via della Scala quasi a debellare gli antichi spiriti, mentre i soldati telegrafisti accorrevano da ogni parte a vedere la meraviglia, a "ricevere ad orecchio" le parole lanciate nello spazio ed a commentare in tutti i modi lo stupendo miracolo. 

    Bisognava ora mettere in funzione il ricevitore; ma...come fare? Chi ci avrebbe trasmesso dei segnali di prova? 

   - Andiamo a Roma, alla stazione di Monte Mario!- propose il Colonnello Marantonio. 

     Detto e fatto. L'idea e'accettata dal Comando. Si telegrafa al Ministero. 

     La pratica, al solito, va un po' per le lunghe, Ah! la burocrazia!... del trattamento fatto alla telegrafia senza fili dai burocrati di Roma dall'anno 1897 al 1910, sa qualcosa il Marchese Solari...      Nell'attesa snervante, noi constatiamo che, mentre le onde di Hertz camminano con la velocita' di 3 per 10 alla decima Km al secondo, le onde "cerebrali" della burocrazia italiana marciano alla velocita' di un centimetro all'anno. Quale contrasto! 

  Frattanto noi non rimanemmo inoperosi. Abbiamo tolto da un magazzino un vecchio carro-stazione telegrafico da campo, lo abbiamo rimodernato, ripulito, messo a nuovo e vi abbiamo montato dentro su appositi tavolati i nostri apparecchi. Il cassone dell'avantreno contiene una batteria di sedici grandi accumulatori, sul cielo della vettura v'e' tutto l'occorrente per montare un aereo di 100 metri d'altezza,tutto meno ... l'antenna. 

    Finito di mettere a posto il carro, giunge l'ordine a Fontan ed a me di recarci a Roma, per un corso d'istruzione pratica alla stazione della Marina situata entro il forte di Monte Mario. 

    Magnifica primavera del 1902 che i miei vent'anni trascorsero ascendendo quotidianamente il colle fiorito e aulente per imparare, lassu', sotto la direzione del comandante Pullino, il maneggio dei cari apparati! 

    Dopo due mesi il colonnello Marantonio ci raggiunse insieme all'ing.Vergerio con il famoso carrozzone. Fatti i primi collaudi-noi eravamo gia' professori! Si diede inizio ad una vita zingaresca nella campagna romana col nostro carrozzone a cavalli, una tenda da campo, un piccolo gruppo di soldati aiutanti. Bracciano, Vetrullo, Oriolo, Viterbo, chi ricorda piu' tutti i paesi nei quali sostammo cinque o sei giorni a tentare comunicazioni con Roma? In ogni paese ci toccava imbastire un antenna di circostanza e messi due o quattro pali, alti venti o trenta metri, tendere i nostri aerei, stabilire la stazione, combattere con i capricciosi coherers e coi detector magnetici, e quindi armarsi di cuffia e.... di buona volonta' per ascoltare, di tanto in tanto, qualche serie di s, qualche parola staccata, qualche mezza frase incomprensibile! Che gioia il giorno in cui a Bracciano, il colonnello Marantonio, che non riusciva assolutamente a sentire il telefono, pote' leggere dietro alle mie spalle un intiero radiogramma a lui diretto, lungo e chiaramente compreso! Il primo! 

    Tornammo a Firenze nel giugno. Erano frattanto giunti dall'Inghilterra altri apparati. Mandato  il carrozzone .... al Museo, montammo le nuove macchine su piccole carrette campali, ad un cavallo, agili e leggere. 

     Si recluto' nuovo personale fra cui un distinto ufficiale; il De Vincentis, oggi colonnello. Istruimmo altri due telegrafisti. Una stazione fissa fu impiantata a Firenze in Fortezza da Basso, un' altra fu montata a Pistoia ed io ebbi incarico di dirigere quest'ultima e mi si diede per primo aiutante un caporale, valentissimo telegrafista, vincitore di gare nazionali, il Vincentelli.

    Nel 1913 (1903!!!)le due carrette vennero da noi trasportate alle Grandi Manovre nel Veneto dirette dall'allora Capo di Stato Maggiore generale Saletta. Peregrinammo da Treviso a Vittorio, Este, Marostica, Montagnana, Ospedaletto. Due volte il Sovrano ed il generale Saletta vennero a visitare i nostri impianti. Si riusciva a corrispondere abbastanza regolarmente oltre cinquanta chilometri, sempre con aerei di circostanza. 

   Questo delle manovre fu il nostro esame finale. La radiotelegrafia per usi militari era stata accettata e noi,i papa'   andavamo in congedo.

commenti

Quanto sopra e'quello che ho reperito nelle numerose pubblicazioni consultate,almeno per ora.Nasce qualche incertezza:la precisa relazione di Bianchi non parla del collegamento di Padova,che sembrerebbe precedente agli esperimenti ai quali ha partecipato. Nello stesso tempo in quel periodo Marantonio ,che consegui' quel collegamento, doveva essere ancora in Inghilterra. Non c'e'indicazione della data precisa del collegamento ne sono precise le indicazioni date sugli apparati usati. La relazione di Mazzei e' ancor meno precisa,indicando vagamente di collegamenti fatti dal 1900 al 1903, una bella differenza!. La successione che da pero' e'chiara ed appare un collegamento fatto nello stretto di Messina, del quale non ho trovato altro riscontro. Del resto Della Riccia, capitano dell'esercito, fu inviato come rappresentante del Ministero della Guerra alle suddette esperienze ed anche se dette un parere piuttosto negativo sulla radiotelegrafia, in quanto a lui pareva utile praticamente solo per sostituire le segnalazioni ottiche in caso di nebbia, era molto competente e porto' notizie precise che a quanto pare all'inizio non ebbero alcun sviluppo.

La stazione fissa a Firenze di cui parla il Tenente di Vascello Rainer  era a questo punto, situata alla Fortezza da Basso. 

I personaggi: 

Marantonio e' forse piu' conosciuto per aver proposto un codice telegrafico composto interamente di punti, in alternativa a quello Morse. 

Umberto Bianchi divenne un celebre uomo politico e partecipo' a vari governi, prima come deputato poi come senatore. Era socialista e denuncio' piu' volte lo strapotere della compagnia Marconi in Italia. Gia' fa meraviglia che il suo articolo sia stato pubblicato sulla rivista Le Vie del Mare e dell'Aria, organo della Marconi!. E'divertente anche notare che, accenna a  quanto la burocrazia ha osteggiato Solari, tirapiedi della Marconi, quando poi, al governo, l'ha osteggiato pure lui ! Fondo'il Radio Club d'Italia nel 1921.

In un giornale satirico viene definito : il pił rosso dei bianchi! 

Carlo Bramanti agosto 1998.