interpanel

 

                   De Forest interpanel

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

Nella seconda metà degli anni '20 in Europa la bobina a nido d'ape caratterizzò la costruzione di molti apparecchi in quanto era la bobina che aveva il minore ingombro rispetto ad induttanza e fattore di merito. Per le onde medie si potevano realizzare bobine con fattore di merito superiore ma per le onde lunghe no. Il brevetto di questa conformazione è di de Forest e risale al 1919. Venivano prodotte bobine da 25 spire fino a 1500 spire che coprivano un campo tra 2 megahertz ai 12,5 kilohertz. Proprio nel 1919 De Forest iniziò la costruzione di una serie di pannelli con la quale si poteva comporre una estesa combinazione di ricevitori. Il pezzo forte era il supporto triplo per tre bobine a nido d'ape, poi pannelli  supportanti ad una valvola, un condensatore variabile, un trasformatore ecc. In particolare era descritto un ricevitore composto da 15 pannelli che poteva essere disposto in varie configurazioni. Per il supporto a tre bobine ad accoppiamento variabile era consigliata la disposizione bilanciata del primario: l'antenna veniva collegata alle due bobine esterne collegate in parallelo ma con il senso dell'avvolgimento invertito; poi si andava al condensatore variabile con una disposizione che ne consentiva il collegamento in serie od in parallelo alle bobine. In ricezione si avvicinavano a piacere una od entrambe le bobine primarie alle centrale, ovvero al secondario e griglia della valvola e si poteva così avere controllo sulle interferenze od ottenere il miglior risultato in intensità. Se invece si voleva ricevere la CW, tramite la disposizione Audion-Ultraudion, con un commutatore si collegava la bobina secondaria tra la placca e la griglia della valvola ottenendo il circuito  "ultraudion"  che era la configurazione di circuito a reazione inventata dal De Forest stesso. Questa configurazione poteva essere usata anche per la telegrafia a scintilla o la fonia che stava allora nascendo, però,in tal caso, si doveva regolare appena sotto lo stato oscillatorio. Ma non c'era nessun comando specifico per la regolazione della reazione e si doveva agire sullo smorzamento stringendo l'accoppiamento di antenna o sulla tensione dei filamenti. Altrimenti si doveva aggiungere, sul primario del trasformatore audio, il "bridging condenser" ovvero dei condensatori commutabili fino a qualche migliaio di pf. Un importante progresso era stato fatto dalle valvole, ovvero non assorbivano più gli 1,5 A di un tempo, ma la metà ed il vuoto più spinto ci risparmiava dal realizzare un sistema di variazione della tensione anodica con prese o reostati come occorreva per il vecchio Audion. Malgrado questo anche nella successiva realizzazione, l'interpanel è previsto di un commutatore per scegliere dalla pila una di sei tensioni anodiche diverse per lo stadio di rivelazione

L 'interpanel

 

Un paio di anni dopo la De Forest mise in circolazione il sistema "interpanel" nel quale i vari pannelli, costruiti in configurazione un poco più moderna del Multipanel veniveno inseriti in una cassetta con sportello superiore, quelle che poi presero campo per tutti gli anni '20. Probabilmente talvolta la configurazione dei pannelli ed il cablaggio venivano realizzati dalla De Forest, altre volte era lasciata al privato od a ditte minori anche perchè c'era il problema dell'infrazione del brevetto di Armstrong se si fosse realizzata qualsiasi forma di reazione.

La configurazione classica era la bilanciata, senza attuazione dello scambio audion-ultraudion, in quanto probabilmente era previsto per il nascente broadcasting e non per la telegrafia. Nessun accenno di reazione. Del resto gli americani preferivano aumentare il numero delle valvole piuttosto che usare la reazione. Però dei collegamenti previsti esterni tra pannello del circuito di antenna e rivelatore, permettevano con il semplice spostamento di un filo, la realizzazione dell'ultraudion o, con una piccola modifica interna,si poteva usare una delle due bobine bilanciate come tikler e realizzare la reazione tipo Meissner. La selettività per un paio di anni risultò sufficiente, poi l'improvviso aumento delle stazione diffonditrici creò dei problemi. Del resto bastava, come si è detto, cambiare il collegamento di una delle tre bobine per inserire un sistema di reazione classico, ma ricordiamoci che in fabbrica non poteva essere fatto senza infrangere il brevetto di Arnstong. Nel 1924 l'esclusiva del brevetto tornò a De Forest ma era troppo tardi. Dunque nel primo esteso pannello c'era il supporto delle tre bobine insieme al commutatore serie/parallelo ed i due variabili, nel secondo pannello il rivelatore, costituito da un supporto per la valvola, reostato del filamento, un condensatore fisso ed il supporto del grid leak ovvero per un cartoncino con un segno di lapis che costituiva la resistenza e che faceva contatto con le due viti di supporto. La Casa consigliava, nel caso di brontolii in ricezione, di aggiustarla riducendolaPC251779media.jpg (124653 byte) con una gomma da lapis. Negli altri due pannelli ci sono le valvole ed i trasformatori audio, i relativi reostati di filamento e vari jack audio che consentivano di inserire la cuffia subito dopo il rivelatore, dopo il primo audio o dopo il secondo. Questo era l'unico sistema di controllo di volume esistente allora. Da notare che, molto più generosi degli europei, non era prevista l'esclusione automatica del filamento delle valvole non usate ovvero il consumo non era ridotto riducendo il numero delle valvole usate. Le lamine dei condensatori variabili, muniti di lamina di verniero, erano ancora di zinco. Il verniero era comandato da una bacchetta radiale in ebanite. I precedenti variabili avevano le lamine formate da un settore di circolo di 90 gradi, e la rotazione era di un quarto di giro; questi hanno già le classiche a 180PC251778media.jpg (223239 byte) gradi.

Il funzionamento

 

 

Col collegamento in "audion", ovvero senza reazione, il collegamento bilanciato fa miracoli in quanto, regolando con cura la posizione relativa delle tre bobine, si ha un ottimo livello di suono e di sensibilità. Se si commuta in "ultraudion" la faccenda diviene più complessa: ad una prima osservazione dello schema proposto da de Forest, notiamo che il condensatore di dispersione di griglia è in parallelo alla resistenza di griglia e di conseguenza col collegamento in ultraudion la tensione positiva della placca è collegata alla griglia tramite una resistenza, se pur alta. Sarebbe sembrato più logico collegare alla griglia il condensatore verso la bobinadeforestintermedia.jpg (484423 byte) e la resistenza verso il filamento. In un primo momento ho pensato che fosse prevista una valvola sufficientemente morbida da far circolare corrente di griglia ed eleminare il residuo positivo. Invece funziona egregiamente anche con le valvole dure più moderne, in verità non so spiegarlo. In ogni caso non è che, come colleghiamo la bobina tra griglia e placca, il circuito comincia ad oscillare: se il rapporto induttanza capacità di accordo non è alto il circuito non ci pensa neanche. Aumentando però il condensatore del grid leak si riesce a portare il circuito in oscillazione anche per basse tensioni di anodica. Il regolaggio del punto al limite di oscillazione che occorre avere per ricevere in AM si ottiene accoppiando più strettamente l'antenna, variando la tensione anodica e regolando il reostato di filamento in dipendenza del rapporto L su C delle bobine risonanti. Non c'è il condensatore di bridging che darebbe anch'esso una possibilità di regolaggio.

I risultati

 

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In ultraudion il risultato è un livello ed una selettività estremamente elevati, talvolta eccessivi ed il circuito risente della vicinanza delle mani ai comandi che sono piuttosto corti. Caratteristica del funzionamento in ultraudion rispetto agli altri circuiti rigenerativi è che, fuori della stazione, si sente il fischio dell'oscillazione che cessa completamente quando si centra anche approssivamente la stazione. Forse a causa della variazione di polarizzazione o forse perchè si aggancia alla stazione, non ho potuto distinguerlo. In ogni modo è un circuito molto interessante da sperimentare. PC251777media.jpg (204904 byte)

 

 

 

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