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                           AUDIONETTE LEVY

 

 

 

 

Audionette Levy

 

L'Audionette della Levy è un complesso di blocchi elementari che, opportunamente configurati, realizzano varie tipologie di radioricevitori. La levy 4 media.jpg (222571 byte)caratteristica che distingue questo sistema da altri è l'accoppiamento a radiofrequenza realizzato con dei trasformatori a nucleo scorrevole costituito da sali di ferro od in "fer diviseè". Regolandone l'induttanza si otteneva l'accoppiamento ottimale od addirittura una reazione spontanea dovuta alla capacità griglia-placca e controllata anche dal circuito risonante preclevy 5 media.jpg (255973 byte)edente. Questo tipo di reazione a variazione di induttanza di placca è uno dei sistemi ideati dall'americano Armstrong. Il ricevitore in oggetto è uno dei primi in produzione, precedente a quelli ampliamente reclamizzati in tutte le riviste dal 1923 in poi e si colloca tra il 1919 ed il 1921. E' formato da 7 blocchi elementari e 5 valvole. Il primo blocco è costituito da un’induttanza variabile tramite commutatore a bottoni e che serve ad adattare l'antenna al blocco di accordo. Il blocco di accordo è costituito da un induttanza su telaio di legno quadrato, avvolta in due strati, che circonda il condensatore variabile. Una serie di commutatori e ponticelli permette di usare varie configurazioni di collegamento, compreso il collegamento con antenna a telaio; naturalmente i blocchi sono connessi l'un l'altro tramite ponticelli esterni sul lato superiore di ebanite o sul frontale in modo di realizzare i collegamenti dei filamenti, che non prevedono reostati, e la via del segnale. Poi ci sono due blocchi in slevy 7 media.jpg (215177 byte)erie per l'alta frequenza costituiti dal trasformatore a rf con commutatore per scegliere due bande di frequenza ed i nuclei di ferro scorrevoli. Naturalmente il Q di queste bobine non è elevato ma è proprio questo che ne permette ilevy2 media.jpg (225755 byte)l funzionamento non critico per una certa banda di frequenza. Il primo,chiaramente andava regolato in modo che si portasse, interagendo col circuito risonante d'ingresso, prossimo all'oscillazione nel caso di AM ed in leggera oscillazione in CW. Naturalmente a questa condizione influisce anche la temperatura del filamento e la combinazione induttanza/capacità sul circuito di antenna. In un modello più recente il blocco dell'accordo di antenna è diverso, non c'è l'induttanza aggiunta ma viene realizzato un accoppiamento variabile tra una bobina aperiodica di antenna ed il secondario, regolabile con una manetta esterna. I blocchi a radiofrequenza clevy6 media.jpg (216210 byte)ontengono anche due scatoline di ebanite che racchiudono i condensatori a mica di accoppiamento e la resistenza di fuga. Nei blocchi più recenti tali condensatori sono in mica, a vista, bloccata da un anello circolare metallico. Poi il rivelatore che non ha il trasformatore ma solo i condensatori di accoppiamento e la resistenza di dispersione. I due blocchi audio, identici, contengono i trasformatori audio, la valvola esterna ed il collegamento per l'altoparlante.

Mentre è abbastanza chiaro il funzionamento con un solo stadio e trasformatore di radiofrequenza, due stadi rendono la faccenda più complicata. Già i progettisti si dovevano scervellare per poter accoppiare uno stadio a radiofrequenza prima del detector senza peggiorare llevySenza titolo-10low.jpg (214946 byte)a situazione, come succedeva di frequente, piuttosto che migliorarla. Due circuiti a radiofrequenza erano addirittura un’impresa titanica. Questa scelta di Levy non appare razionale anche se funziona levySenza titolo-11low.jpg (193891 byte)

bene: l'influenza e la funzione del trasformatore della seconda radiofrequenza non è di immediata percezione: probabilmente influisce un poco come un adattamento di impedenza semiaperiodicolevySenza titolo-5low.jpg (263669 byte), ovvero valido per un certo campo d'onda, un poco vede i circuiti risonanti se pur attraverso le capacità intrinseche di due valvole e contribuisce al rinforzo. Certo, trovare la presa di antenna più adatta e la combinazione dell'introduzionelevySenza titolo-6low.jpg (261434 byte) dei due nuclei è una faccenda complessa che però porta a grandi prestazioni. Non per niente l'Audionette era citato tra i "ricevitori a grande potenza". Questo sistema fu fin dall'inizio dotato da un oscillatore per eterodina separato che lo treasformava in supereterodina. Tutto l'audionette funzionava da media frequenza che poteva rimanere fissa od essere variabile. Collegando la calevySenza titolo-8low.jpg (175225 byte)ssetta dell'oscillatore, o meglio avvicinandola all'ingresso in modo che agisse solo per induzione, si otteneva in cambiamento di frequenza che ci permetteva di ascoltare le frequenze somma o sottrazione tra l'oscillatore locale e la media frequenza. Naturalmente c'era il problema dell'immagine: regolando l'Audionette come media frequenza a 300 khz, e l'oscillatore ad 1 megahertz, si ricevevano contemporaneamente 700 e 1300 khz. Se in una delle due frequenze non c'era niente,nulla di male, altrimenti bisognava collegare tra l'antenna e l'ingresso del ricevitore un circuito risonante accordabile sui 700 o sui 1300. In alternativa, senza accordare l'ingresso, si poteva variare l'accordo dell'Audionnette,ovvero della media frequenza su di una lunghezza d'onda per la quale la sommalevySenza titolo-9low.jpg (265803 byte) o la sottrazione delle frequenze cascassero una sulla stazione cercata, l'altra in una zona libera da segnale. Chiaramente la regolazione era complessa, ma levySenza titolo-7low.jpg (163760 byte)allora era proprio cosi' comunemente.

 

 

 

 

franzoniSenza titolo-1.jpg (65388 byte)levy low.jpg (107220 byte)

L’originale che ora appartiene 

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