Myers

 

 

                                                                                       MYERS

   

Prima di produrre le sue proprie valvole Elman B. Myers aveva lavorato alla De Forest ma dichiarava che nel 1915, proprio mentre lavorava in quella ditta, aveva prodotto delle valvole denominate Radiotron per la Cunningham. Lavorò poi alla G.E. ed alla Western Electric.robabilmente fu nel 1919 che iniziò a costruire la valvola che ha preso il suo nome che era la RAC3. Si presentava come una cartuccia tubolare con gli elettrodi agli estreni opposti, tanto che, essendo la filatura di griglia lontana da quella di placca, aveva una capacità  propria molto bassa. Essendo di forma simmetrica, i due cappucci situati agli estremi che sostenevano anche gli innesti erano di due colori: rosso quello che andava sopra e che aveva il piedino della placca, e nero quello che andava di sotto. La tensione di filamento era di 4 volt e la corrente di 0,6 ma. Inizialmente le produsse infrangendo i vari brevetti in USA, poi si portò in Canada dove seguitò a costruirle fino al 1924 introducendo un altro paio di modelli. E'forse l'unico costruttore famoso che è riuscito a farla in barba ai brevetti.

L'apparecchio

L'apparecchio in questione è roprio l'esemplare che è stato oggetto di discussioni ed addirittura una conferenza recentemente in USA dove è stato reperito. E’costruito professionalmente da qualche laboratorio che non ha lasciato il suo nome, forse USA o forse Canadese. E'un pannello a giorno che sul frontale monta una fila di 7 di tali valvole. Il circuito,che è progettato per un radiogoniometro o per un antenna a telaio, prevede un condensatore di sintonia all'ingresso ed un potenziometro collegato tra più e meno del filamento che regola il potenziale della prima griglia, passando attraverso l'avvolgimento del telaio. Poi l'accoppiamento tra le prime quattro valvole è fatto tramite induttanza e capacità ,senza ritorno a massa: le induttanze sono bobine a cartuccia ad innesti e forma analoga a quella delle valvole ed innestate subito dietro di esse. Le ultime tre valvole sono di bassa, sempre accoppiate a induttanza e capacità (più elevate di quelle di radiofrequenza). Sul pannello ci sono montati un ulteriore variabile non collegato e previsto per sintonia primaria ausiliaria,ed una bobina di bassa in più che consente, quando collegata, di connettere cuffia od altoparlante tramite condensatore per evitare circolazione di corrente nel circuito magnetico. Tutto è molto compatto ed i collegamenti, proprio per il " Layout" razionale dei componenti sono brevissimi ed ordinatissimi.

Il circuito

La prima cosa da notare è che, salvo la prima, le griglie delle valvole non hanno nessun collegamento verso il circuito di polarizzazione, ovvero sono collegate alla della valvola precedente ed alla bobina con un condensatore, poi niente resistenza di fuga. La ragione di questa soluzione è che probabilmente erano valvole con vuoto poco spinto, ovvero morbide. Riguardando indietro nel tempo notiamo che il primo collegamento del triodo di De Forest era analogo, però, questo primo circuito, non prevedeva di amplificare, ma solo di rivelare. Solo sei anni dopo il triodo fu usato per amplificare, ma non si lasciava il condensatore appeso alla griglia. A proposito di rivelare notiamo che quì manca un vero e proprio stadio di rivelazione, dato che tutte le valvole sembrano rivelatrici; solo sulla placca della quarta valvola c'è un condensatore verso l'anodica che impedisce all'alta frequenza di penetrare negli stadi audio. Vista la polarizzazione variabile della prima griglia, appare chiaro che il primo stadio, che vede il circuito risonante, tenda ad oscillare ovvero ad introdurre una reazione. Per altro le altre valvole, se collegate canonicamente, singolarmrnte amplificano ben poco (tre o quattro volte) di conseguenza per avere amplificazioni considerevoli ne occorrono tante. Quattro stadi amplificherebbero 2 o 300 volte, aggingendo la bassa circa 8ooo volte. Per circuiti con sufficiente selettività sarebbe richiesta un amplificazione di qualche centinaio di mila. Qui il discorso forse cambia perchè con questo funzionamento si sfrutta più la collisione ionica che l'emissione elettronica e la valvola dovrebbe essere in grado di guadagnare, singolarmente, molto di più. Provare ad alimentare il circuito sarebbe interessante ma ripristinarlo costringerebbe ad un restauro che potrebbe inficiarne l'originalità .I circuiti di quella età stanno meglio se lasciati in pace. 

Carlo Bramanti Dicembre 1997