radiotecnica italiana

RADIOTECNICA ITALIANA FIRENZE

   

 

 

nome della ditta

indirizzo

data di fondazione e cessazione

capitale

numero e composizione delle maestranze o lavoro esterno

tipi di apparecchi prodotti

Radiotecnica Italiana radio e apparecchiature elettriche produzione e vendita. Anche p.zza Stazione

piazza Strozzi,6   via dagli Alfani, 43   via Campo d'Arrigo,84   viale dei Mille, 26, istituto di propaganda via Sassetti,2(1932)

attiva da circa il 1924 almeno fino al 1932

 

15 operai specializzati al 1929. Lavori eseguiti a domicilio dagli operai

trasformatori ad alta e bassa frequenza, montaggio di apparecchi radiofonici

 licenze, collegamenti con ditte estere o nazionali

proprietà ed attività precedenti e posteriori

documen -     tazione a pag.

capacità produttiva

sottomarche e brevetti

reperimento di materiale ed accessori

 

 

 

 

 

 

 

Ing Gaetano Solanelli fondatore dell'istituto nazionale di propaganda delle radiocomunicazioni

(circa 1932)

 

proporzionalmente alle richieste ma in grado di svilupparsi in breve tempo.

Qualche centinaio

all’anno

nel 1933 all'indirizzo di p.zza Strozzi, 6 appare Macchine Fotofoniche "Marzi"

ditte locali e

 soc. Pirelli

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   Al primo avvento del Broadcasting in Italia, partecipò alla costituzione della Soc. Radiofono insieme alla SITI, Marconi ecc.

Produce ricevitori a 2, 4, 6 lampade, brevetto Zappulli, che permettono la ricezione distinta dei radioconcerti inglesi

Costruisce anche ottimi amplificatori a bassa frequenza muniti di un dispositivo che elimina ogni distorzione della voce, brevetto C. Becocci.rad italianaE001low.jpg (66184 byte)

 

rad italiana1E001low.jpg (72255 byte)

da rivista di radiotelegrafia del giugno 1924, con foto dell'interno ed esterno del 2 valvole.

Il ricevitore a due valvole della Radiotecnica Italiana di Firenze.

Questo ricevitore di costruzione completamente nuova è stato studiato appositamente per le ricezioni radioteleforadiofior2low.jpg (191910 byte)niche di piccola lunghezza d'onda ( 300-450 m.). Il montaggio ha questo particolare: che la sintonia dell'apparecchio resta costante qualunque sia il collettore d'onda adoperato (antenna o Quadro). Così è possibile ricevere onde cortissime in antenne molto lunghe (150 m. e più) che di solito è possibile ricorrendo a ricevitori molto complessi, quali i Reinartz ecradfior3low.jpg (397867 byte)c. Dal punto di vista meccanico l'apparecchio realizza il massimo della solidità e semplicità. Gli avvolgimenti sono interamente protetti e collocati su apposite scanalature praticate in dischi d'ebanite. Il condensatore non possiede contatti a sfregamento o connessioni flessibili, le armature essendo entrambe fisse e la capacità variate con un procedimento speciale. Il sintonizzatore completo di condensatore, induttanza e bobine di reazione visibili a sinistra della fotografia dell'interno dell'apparecchio: a destra si vede la resistenza di accensione anch'essa di disegno originale e di regolazione assolutamente uniforme. L'apparecchio è perfettamente curato in ogni dettaglio; si presenta su un pannello di ebanite lucida in cassetta di mogano.

 

Manca da luglio a dicembre 1924.

dalla “ Prima mostra sperimentale di radiotelefonia e radiotelegrafia Torino 16-26 gennaio 1924

 

Radiotecnica Italianradifior15low.jpg (266340 byte)a- Firenze

    La Radiotecnica Italiana si limita a costruire apparecchi di un unico tipo, e ciò per rendere i ricevitori accessibili ad ogni borsa, pur senza dipartirsi da quelle caratteristiche che un apparecchio scientifico deve possedere. Tutti i ricevitori, da quello a due lampade all’apparecchio a sei lampade, hanno le caratteristiche di sintonia indipendenti dallo sviluppo dell’antenna, mediante un montaggio speciale brevettato. Così pure negli apparecchi ad onde corte le induttanze e le capacità variabili sono di un tipo nuovo occupante pradfior8low.jpg (358432 byte)ochissimo spazio, e di un eccezionale facilità di montaggio delle parti. L’accensione è regolata da un reostato a variazione rigorosamente costante e piccola quanto si voglia. E’ completamente eliminato l’uso di bobine intercambiabili, la scala completa di 200 a 25.000 metri, essendo suddivisa in quattro zone. La speciale circuitazione di cui abbiamo accennato fa sì che le onde corte possano essere anche ricevute su antenne lunghissime e ciò senza alcuna complicazione degli apparecchi, quali il Reinartz, le manovre essendo ridotte a due, una per la sintonia ed una per la reazione. L’amplificazione a bassa frequenza è ottenuta con trasformatori speciali eliminanti qualsiasi distorsione dei suoni ricevuti. Con uno dei ricevitori tipo 1 a due lampade, è stato possibile percepire i radioconcerti di Londra su telaio.

 

  radfior13low.jpg (277152 byte)

Nell'elenco telefonico di Firenze,1923-1924 appare la Radiotecnica Italiana, Piazza Strozzi,6 tel. 33-84. radfior7low.jpg (364193 byte)

Detta appare all’esposizione di Torino del 1924, probabilmente prima dell'inizio delle radioaudizioni circolari.

 

Dalla camera di commercio:

Radiotecnica Italiana di Solanelli Giovannetti, costruzione materiale radioelettrico Via Campo di Arrigo,84, Firenze.

Registrazione 26 maggio 1925 cessazione 6 ottobre 1928.

Il 26 gennaio 1928 viene registrato il solito nome, materiale radio, via G.Prati,29. Proprietario Solanelli Giovannetti Dr.Gaetano. La cessazione risulta il 6 ottobre 1928. radfior14low.jpg (131756 byte)

Nel 1926, da elenco telefonico l'indirizzo è Via degli Alfani,43, laboratorio elettrotecnico industriale in via S.Zanobi. radfior6low.jpg (179470 byte)

Nell'elenco tel.1928-1929 l'indirizzo è via degli Alfani. Nel 1930 appare come Radiotecnica Italiana, istituto di propaganda radiocomunicazioni, piazza Strozzi,6 e Via Sassetti,2. Prosegue fino all'elenco del 1932 compreso.

Il bravo Solanelli pubblica prima del 1931 (non e'indicata infatti l'esistenza della stazione  URI di Firenze) il libro "Che cosa è la radio",150 pagine ed a cura del sopra detto istituto di propaganda radio.

In Dati e memorie sulle radiocomunicazioni del consiglio delle ricerche,1930, appare Radiotecnica Italiana, capitale 150000, operai specializzati che costruiscono parti staccate e montano apparecchi a loro domicilio, produzione di apparecchi di ricezione radiofonica di diversi tipi. Produzione qualche centinaio di apparecchi all'anno. Fornitori Pirelli per il filo. Riferimenti a Safar, Philips, Zenit, Fedi.

Appare con una bella reclame sul Radiogiornale del Luglio 1924 e su altre pubblicazione. Usava i Brevetti Zappulli ed il collaudatore era il Sig Bargilli. Ho foto di radioamatori con suo apparecchio del 1925. Altra propaganda si ritrova su varie riviste del 1925 compreso l'annuario del Turing Club.

Di altre ditte fiorentine, Nannucci, Saccardi ecc ho trovato tracce, indirizzi e spostamenti soltanto in vecchi elenchi telefonici, certamente posteriori alla data di fondazione di queste ditte.  

 

Ricevitore a 4 valvole 4ZU della

Radiotecnica Italiana

 

Ho avuto tra le mani un esempio della produzione della ditta fiorentina Radiotecnica Italiana, piazza Strozzi, 6 del quale esistono ancora vari esemplari e fotografie. In particolare si tratta dell’apparecchio universale tipo 4Z.U., brevetto Z4ZUext low.jpg (140536 byte)appulli, che appare già nelle inserzioni pubblicita4ZUinterno low.jpg (185663 byte)rie a metà dell'anno 1924, ovvero  6 mesi prima che si formasse l'URI (attuale RAI) ne va considerato"pre broadcasting". Cito il testo dell'annuncio:

"Questo ricevitore, come lo denota il nome, e' suscettibile di ricevere tutte le lunghezze d'onda, dalle più corte ai 25000 metri. Le amplificazioni a radio frequenza sono a circuiti di risonanza sintonizzati, ed assicuranti una selezionabilità insieme ad un alto rendimento. La scala completa delle onde è suddivisa in 4 zone, ognuna coperta da una coppia di bobine a debole capacità propria, e che vengono facilmente messe in circuito a mezzo di contatto a spina. Un montaggio brevettato, comune a tutti i nostri ricevitori, permette di ricevere le onde corte anche su antenne lunghe e ciò senza alcun aumento di manovre, che anzi si trovano ridotte in questo caso a quello del ricevitore n.1.

 

 

Le manovre, nel caso più completo, non oltrepassano 3, e cioè: sintonia aereo sintonia del circuito a risonanza intermedia e reazione. Appositi commutatori permettono di ricevere con 2 o 4 lampade a volontà. L'accensione delle lampade è regolata una volta tanto e non costituisce nessuna difficoltà. Le dimensioni dell'apparecchio completo, contenuto in una cassetta di mogano portato a pulitura,

 

sono di 38X43X18 cm. Tutte le parti metalliche sono nichelate mat, ed il pannello frontale come altre parti isolanti sono di ebanite lucida di primissima scelta."

 

  zappulli1low.jpg (58859 byte)zappulli2low.jpg (199239 byte)

Il circuito

Il circuito è veramente interessante: praticamente ha uno stadio a radiofrequenza a sintonia anodica, oltre naturalmente l'accordo di antenna con commutazione del condensatore serie-parallelo, uno stadio rivelatore e due stadi a bassa frequenza a trasformatore. Le valvole sono del tipo"E" della Philips, ad alto consumo. La reazione è molto particolare e mi costringe ad una premessa: il circuito di griglia di una valvola appare al circuito precedente come un condensatore in parallelo ad una resistenza che varia di valore o di segno in dipendenza del tipo di carico anodico della valvola stessa. Quando sulla placca prevale la reattanza capacitiva tale resistenza sarà positiva ed anche quando il circuito anodico è puramente resistivo.Via via che prevale la reattanza induttiva la resistenza si avvia verso un valore negativo. Una resistenza negativa è un concetto astratto che però è valido nella realtà: se la resistenza negativa raggiunge un certo valore in presenza di un circuito risonante all'ingresso, si genera un oscillazione; variando i vari parametri della valvola (col reostato del filamento, per esempio) si può portare il circuito fino all'oscillazione ovvero nel punto di

massima amplificazione. Praticamente la reazione è spontanea. Per realizzare questo circuito si mette un induttanza variabile sulla placca della valvola e si regola per la miglior sensibilità. Ora, se sul circuito anodico mettiamo invece una capacità variabile ed uzappulli3low.jpg (175745 byte)n induttanza, queste alla risonanza si presentano come una resistenza pura e la resistenza d'ingresso della valvola dovrebbe essere stabilmente positiva; però per una frequenza appena fuori da quella di risonanza, appena prevale la reattanza induttiva il circuito può entrare in oscillazione. Sembrerebbe perciò che la sintonia anodica non fosse tanto adatta ai nostri bisogni, perchè l'oscillazione avviene al di fuori della frequenza che abbiamo sintonizzato: invece in pratica il circuito funziona e da ottimi risultati anche se è più critico di sistemi di reazione più moderni. Un altro approccio che ci porta ad apprezzare, almeno in via teorica, quesa bargilli low.jpg (68959 byte)to circuito è quello di considerare che una valvola amplifica in tensione tanto più quanto più alta è l'impedenza sulla placca. E' chiaro che l'impedenza di un circuito risonante in parallelo è molto alta, conservando però bassa la caduta della tensione continua sulla placca. In tanti circuiti del tipo "anode tuning" troviamo anche un circuito di reazione magnetica fatto con bobine ad accoppiamento variabile che serve di estendere il fenomeno della reazione ancradfior16low.jpg (150679 byte)he alle onde lunghe. Alle corte (medie attuali) si regola la rigenerazione un po con un potenziometro che porta la griglia verso il positivo, un po con l'accoppiamento dell'antenna. Praticamente bisogna prima sapere a che graduazione mettere il condensatore anodico, poi regolare condensatore di antenna e potenziometro per la miglior ricezione ritoccando via via leggermente la sintonia anodica!

Il nostro apparecchio

Il nostro apparecchio usa un metodo molto particolare, senza nessun potenziometro: il circuito di reazione magnetica ha gli avvolgimenti disposti in modo tale da fare una reazione negativa, ovvero più si spinge la reazione e meno si amplifica, inversamente al sistema comune. Questo circuito è usato anche dalla americana Tuska con il circuito superdina. radfior5low.jpg (469344 byte)

La costruzione

Il pannello frontale è di ebanite spessa 1 cm e ben lucidata. Anche lo scaffale che sostiene le valvole ed i trasformatori è di ebanite matt dello stesso spessore sostenuto da due mensoline radfior10low.jpg (1560388 byte) in metallo nichelato. La bobina di reazione ruota a compasso comandata da un solidissimo rinvio ad ingranaggi elicoidali e cuscinetti in fibra rossa. Lo scaffale è predisposto anche per l'uso di altri tipi di trasformatori di bassa frequenza. Le bobine a radiofrequenza sono delle particolari bobine avvolte su tubo di cartone da 5 cm. di diametro delle proporzioni di quelle a nido d'ape. Il primo strato è avvolto regolarmente, poi il filo è disposto a zig zag in modo che il secondo strato sia separato dal primo da quella struttura e così via per il terzo. Alla fine i bordi dello zig zag che sono lasciati sporgenti, sono ripiegati per sostenere lateralmente l'avvolgimento. Il tutto è inserito in un contenitore cilindrico con guance di ebanite e piedini di connessione di passo largo, forse quello tedesco. Salvo la resistenza di griglia che è della Dublier il resto non è marcato. I variabili sono col verniero, molto belli e senza fermo a metà rotazione.I condensatori fissi sono in scatoline cilindriche di ebanite ed affogati in cera. Sono di produzione industriale. Il resto e' chiaramente costruito artigianalmente dalla ditta fiorentina, le manopole dei condensatori sono di scuola tedesca fissate al perno in modo originale e con le divisioni marcate in modo originale da 1 a 9 ed in mezzo divisioni decimali. Lo stesso quelle dei reostati che sono marcate da 1 a 7. I reostati sono 3 uno agisce su tutte le valvole e può interrompere il circuito, gli altri due sulle prime valvole. Sono costituiti da una spessa molla a spirale cilindrica avvolta su supporto di fibra rossa. Le chiavi di commutazione sono particolari a bassa capacità. Lo scaffale è chiaramenteradfior4low.jpg (266509 byte) segato a mano, i fori per alloggiare i condensatori sono troppo larghi e costringono le viti di fissaggio a testa svasata a tener fuori un lato della testa. Anche le viti che fissano il pannello alla cassetta sono troppo vicine ai bordi. Il rapporto di trasformazione è scritto a lapis sui trasformatori. Anche il contorno della scritta sul frontale sono di tracciatura incerta. Le indicazioni A e T dell'antenna e della terra sono parzialmente coperte dai terminali di fissaggio a vite. Qualche foro è sboccato all'uscita dell'utensile. Sotto il coperchio è appuntata con delle cimici la tabellina in carta millimetrata dove il collaudatore della ditta (Bargilli, che in seguito deve aver messo un attività per conto suo e costruiva, per esempio, i trasformatori “Bargilli”) ha segnato la posizione che deve avere il condensatore del circuito anodico per le varie bobine e le varie lunghezze radfior12low.jpg (287439 byte) d'onda. Il cablaggio è eseguito in filo stagnato a sezione quadra da 1,6 mm tenendo un ordine simmetrico ma curando poco la piegatura.

Il funzionamento.

L'alimentazione richiesta è semplicemente una tensione di 80 volt con pochi milliamper e 4 volt 2,8 amper. Collegata l'alimentazione l'apparecchio ha funzionato subito ma si sentiva il primo programma, forte, per tutta la graduazione delle scale. Accorciando l'antenna e rimescolate un po le bobine, sono riuscito a trovare la combinazione adatta a permettere un regolare funzionamento. Effettivamente, per costituzione dei ricevitori di quell'epoca con uno stadio a radiofrequenza, c'è una sola combinazione di graduazione dei due condensatori che permette l'ascolto deradfior11low.jpg (316774 byte)lla stazione desiderata e l'innesco della reazione. In tutte le altre combinazioni la reazione non funziona e si sente per tutta la corsa del condensatore la stazione più forte: trovata la combinazione ideale la stazione disturbante tace e si sente quella ricercata. Praticamente bisogna dar retta alla tabella del Sig. Bargilli e posizionare il secondo condensatore corrispondentemente alla lunghezza d'onda che vogliamo ascoltare. Poi regolare il primo condensatore per ottenere l'ascolto che poi va perfezionato variando la reazione e riaggiustando legradfior1low.jpg (55476 byte)germente i due condensatori. Si sa che l'amplificazione a radio frequenza non lega bene con la reazione, ma in questo circuito si ottengono risultati fantastici, tanto che si ascolta ad un forte volume senza teradfior9low.jpg (142997 byte)rra ed attaccando al morsetto di antenna un filo di soltanto 30 cm collegato ad un piccolo bussolotto di latta. Naturalmente il funzionamento è diverso dai sistemi di reazione che conosciamo in quanto dobbiamo allontanare le bobine per aumentare l'effetto reattivo. La reazione non è graduale in quanto il fischio caratteristico nasce improvvisamenSenza titolo-20low.jpg (110654 byte)te, ma non c’è isteresi ed i risultati sono veramente ottimi: pensate che sono riuscito ad ascoltare Montecarlo sui 702 kc staccandolo perfettamente dal primo programma che è a 657 kc; tenete presente che Montecarlo arriva all'antenna che uso comunemente a meno 60 db, il primo programma a meno 15 db ovvero ad una potenza ventimila volte superiore! Questi risultati sono raggiunti da pochissimi circuiti del tipo a reazione, forse da nessun altro. Senza titolo-17low.jpg (111998 byte) Uno dei commutatori d’ingresso esclude il condensatore dalla bobina di accordo e questa è forse l’idea della decantata originalità. Senza titolo-21low.jpg (118797 byte)

 

 

 

 

 

catalogo low.jpg (15878 byte)

 

 

 

 

  home