reclames dopoguerra

il 1945 è su archivio reclames. Per ora sono state inserite solo le miniature, salvo qualche eccezione in attesa di poter fornire, a richiesta,  l'immagine grande ad alta definizione .

Radio Allocchio & Bacchini

a e b 133 low.jpg (1020289 byte)aeb 139 low.jpg (238059 byte)aeb1 139 low.jpg (449253 byte)

              gennaio 1948                                         maggio 1949                                                  maggio 1949

aeb3 139 low.jpg (1770676 byte)aeb 141 low.jpg (1259461 byte)aeb 147 low.jpg (1057435 byte)

                   maggio 1949                                           settembre 1949                                    luglio 1950                                          

aeb 153 low.jpg (1321394 byte)     sett 1951

vedi anche grandi dittexxxx

abc

 1951:SEB
L’assemblea degli azionisti ha deciso di cambiare il nome agli stabilimenti della Allocchio e Bacchini per la fabbricazione degli strumenti di misura in SEB, Stabilimenti Elettronici di Barlassina. La produzione è in potente ripresa. SEB via Savona,97 MI

1952:la radio AeB ed il suo grazioso modello Junior
Novità 1952 53 supereterodina a sei stadi accordati 1R5 conv, 1T4 IF, 1S5 rivelatrice, CAV e pre di BF, 3S4 ampl. BF o le corrispondenti DK91, DF 91, DAF91, DL 92. La sintonia è a perm. variabile per sfruttare le elevate caratteristiche di sensibilità e limitato ingombro. L’antenna è a stilo rientrabile. L’apparecchio funziona  a pile od in alternata se posto sulla sua base di appoggio. Se a rete una lampadina illumina la scala, se a pile 6V e 67,5V. Il segnale in altoparlante o in auricolare piezoelettrico (2-3 mW) con speciale oliva di forma adatta utile all’aperto od ai deboli di udito. peso del solo ricevitore 70 g

vedi grandi ditte

STORIA DI TRE AZIENDE da Carlo Recla

E'un binomio che rappresenta tuttora una pietra miliare nella storia dell'industria elettronica italiana ed è riconducibile a tre diverse Aziende milanesi che operarono, nel secolo scorso, per cinquant'anni complessivamente: la Allocchio Bacchini & C., la ABC Radiocostruzioni e la Radio Allocchio Bacchini. Va citato pure il nome Radialba, legato al marchio di alcuni apparecchi prodotti, che tuttavia non credo fosse una ditta a sé stante. Alla fine della prima guerra mondiale i due fondatori, appunto l'ingegner Allocchio e l'ingegner Bacchini, grazie alla loro precedente esperienza, decisero di produrre strumenti elettrici di misura dapprima a bobina mobile, come voltmetri ed amperometri, virando poi dall'elettrotecnica all'elettronica con la successiva produzione di strumenti sempre più sofisticati, come per esempio oscilloscopi. Già in quegli anni venne assunto, come ingegnere progettista, Arturo Recla, la cui presenza risultò costante in tutte e tre le Aziende citate. Si trova ancora in alcune biblioteche il suo libro intitolato appunto "strumenti elettrici di misura". Ma la grande novità di quegli anni era la radio e ben presto gli sforzi dell'Azienda s'indirizzarono in quella direzione. Anche il governo dittatoriale dell'epoca ben comprese come la radio potesse rappresentare un utilissimo strumento di propaganda politica, ma restava il problema dei prezzi: il popolo difficilmente poteva permettersi di acquistare tali apparecchi, perché troppo cari, e ciò valeva anche per quelli più semplici, a galena, che oltretutto si ascoltavano in cuffia rendendo difficile il coinvolgimento di tutto il nucleo famigliare. Venne quindi bandito un concorso statale per la produzione di un apparecchio radio a basso costo, concorso che coinvolse tutte le Aziende italiane del settore, e che venne vinto proprio dall'Allocchio Bacchini, con un moderno apparecchio dotato di altoparlante e che beneficiava di uno schema elettrico rivoluzionario per risparmiare almeno una delle costose valvole termoioniche che venivano a quei tempi impiegate prima dell'avvento di transistor e circuiti integrati, e, grazie a un'intuizione particolarmente felice del suo progettista, intuizione che venne brevettata, il costoso condensatore variabile che veniva utilizzato per la sintonia venne sostituito da un economico condensatore fisso, rendendo mobile per la sintonia la ferrite interna dell'induttanza di alta frequenza. Anche di tale invenzione si può tuttora trovare documentazione in un'altra pubblicazione del prof. Recla, che nel frattempo aveva già progettato apparecchi per auto. Suo uno studio comparso sulla rassegna "Radio industria" già nell'aprile del 1935 ! Ma l'Azienda era già impegnata nel campo della televisione: forse il primo prototipo in assoluto di televisore prodotto in Italia fu quello messo a punto dal progettista dell'Allocchio Bacchini ed è esposto al museo della scienza e tecnologia di Milano. La seconda guerra mondiale costrinse ad occuparsi esclusivamente di apparecchi bellici e anche la ricerca fu giocoforza indirizzata in tal senso fino a realizzare un apparecchio molto simile a quello che sarebbe stato il radar. Terminato il conflitto terminarono anche le commesse militari, l'Allocchio Bacchini si ritrovò in crisi di liquidità e dovette chiudere. Lo stabilimento di corso Sempione venne successivamente rilevato dall'Editoriale dell'ing. Sisini che già allora pubblicava La Settimana Enigmistica, uno dei pochi periodici di quell'epoca che ancora sopravvivono oltretutto senz'alcuna necessità di essere modificato. Trovatisi senza lavoro, tre dirigenti dell'Allocchio Bacchini, Raffo, Recla e Ferri (quest'ultimo tuttavia diede ben presto le dimissioni) fondarono L'"ABC Radiocostruzioni" che già col nome, dalle iniziali della Allocchio Bacchini & C, voleva essere il logico proseguimento dell'attività interrotta. Avvalendosi dell'esperienza nel campo degli apparecchi economici, venne subito progettato un nuovo apparecchio radio con un occhio attento alle prestazioni, ai massimi livelli, ma con un costo contenuto: per esempio l'altoparlante, che a quei tempi era solitamente coperto da una costosa tela speciale, venne nascosto da un semplice cartone forato che, verniciato in giallo paglierino, faceva una bellissima figura a un costo quasi irrisorio. Anche in tale nuova Azienda vennero condotti costosi studi e realizzazioni di prototipi di televisori e tali investimenti causarono anche qui problemi di liquidità. Nel frattempo il cav. Gianni Viganò, industriale veneto nel campo delle montature di occhiali, aveva riscosso nel suo ambito un notevole successo (ricordo qui il brevetto "sferoflex", geniale trovata per rendere, con una molla e una piccola sfera, le stanghette degli occhiali al tempo stesso più robuste ed elastiche), disponendo di capitali da investire, da un lato creò una catena di negozi di ottica, l'Istituto Ottico Viganò, oggi Salmoiraghi Viganò, e dall'altro, intuendo lo sviluppo che ci sarebbe stato nel campo della televisione, decise di far risorgere il marchio Allocchio Bacchini che ancora godeva di grande prestigio. Dovette tuttavia, probabilmente per evitare richieste di creditori della passata gestione, cambiare ragione sociale, e così nacque la Radio Allocchio Bacchini con sede in via Ornato, a Niguarda, all'estrema periferia di Milano. Venne chiamato il dott. Recla, progettista storico della vecchia Allocchio Bacchini, che liquidò i creditori dell'ABC chiudendo la Ditta e si mise al lavoro su un numero incredibilmente ampio di apparecchi d'uso domestico, senza trascurare la televisione a colori. In questo settore la nuova Allocchio Bacchini investì molto, come del resto fecero le principali industrie elettroniche italiane, che già cominciavano a subire la concorrenza orientale. Quando l'industria italiana fu pronta a produrre i televisori a colori, e la Rai pronta a trasmettere dopo aver speso molto per convertire gli impianti al colore, sostituendo le telecamere e tutto il resto, inspiegabilmente il governo dell'epoca ne giudicò azzardata l'introduzione in Italia, vietando alla Rai le trasmissioni a colori se non per brevi prove tecniche in orario di lavoro. E così la Radio Allocchio Bacchini fu costretta a chiudere, come quasi tutta l'industria elettronica nazionale, dissanguata da investimenti dei quali non poteva raccogliere i frutti, e scomparvero così insieme con lei nomi prestigiosi e ricchi di storia, come Geloso, Radiomarelli e tanti altri. Pochi anni dopo, quando, fatalmente, venne tolto l'embargo, noi italiani comprammo televisori provenienti dall'Olanda, dalla Germania quando non addirittura dall'Oriente. Coincidenza curiosa, oggi tanto lo stabilimento di corso Sempione che quello di via Ornato sono stati entrambi trasformati in alberghi.

abc 133 low.jpg (938442 byte)abc 135 low.jpg (957435 byte)abc 137 low.jpg (1270627 byte)

                gennaio 1948                                               luglio 1948                                               gennaio 1949

abc 143 low.jpg (519456 byte)abc 147 low.jpg (410236 byte)  

               ottobre 1949                                                  luglio 1950 

vedi grandi ditte

ali

ali 153 low.jpg (300780 byte) sett 1951

Altar

Altar Livorno, titolari Mazzoni e Romagnoli. Mobili e radiogrammofoni  capo sig. Virgili. Vedi altro titolo su ditte toscane

arme

arme 133 low.jpg (747341 byte) genn 1948

 Arel

AREL (Società Anonima Applicazioni Radio Elettriche) nasce a Milano nel 1932. Le apparecchiature prodotte con suoi componenti, venivano assemblati dalla S.A.I.R.A. (Soc. An. Industriale Radio Apparecchi), sempre a Milano. Dopo pochi anni,le sorti delle due aziende seguiranno strade diverse.

Il prodotto più noto AREL è il modello Lumeradio (1939) che univa la originalità del design (una graziosa lampada da tavola), con una qualità tecnica e progettuale (supereterodina reflex a quattro valvole con 3 watt di uscita) che ne marcava le prestazioni. Rimase in produzione per circa cinque anni. Originale la soluzione dell'antenna realizzata con un filo "Litz" che correva lungo i bordi del paralume.
Essendo un oggetto di arredamento, poteva funzionare anche come semplice lampada da tavolo.

art

ART1945

Vari apparecchi in costruzione tra i quali un sette valvole. Particolare è la indicazione del campo d’onda, brevettata, con vetri di diversi colori illuminati. Sede a Bollate, titolari Ing. Alfieri e sig. Tagliabue.  

ART-Panart

La Società nasce negli anni '50 a Bollate (MI), ad opera dell' Ing. Alfieri e del Sig. Tagliabue che ne saranno i titolari. Vari apparecchi prodotti, anche portatili. Particolare, brevettata, è un tipo di indicazione del campo d’onda, con vetri di diversi colori illuminati.

art 149 low.jpg (1040549 byte) genn 1951

aster

aster 149 low.jpg (1369800 byte)genn 1951

Athena

Athena Radio srl (Coram srl)

Agli inizi degli anni '40 un costruttore creativo cercò, forse, di coniugare la scelta della forma del contenitore di un oggetto tecnologico (come la radio) con la funzione rappresentata dall'uso. Tre le versioni dell'apparecchio: "lampada da tavolo" (la comunicazione che illumina); "finta piccola libreria" (la cultura che si diffonde); "scena marinara" per significare il piacere dello svago e del tempo libero di cui la radio era divenuta simbolo. Con queste tre soluzioni costruttive ATHENA Radio s.r.l. (Milano) si presentò sul mercato. Naturalmente c'era anche l'obiettivo di una ricerca di uno spazio nel mercato, con soluzioni originali per l'arredamento. La costruzione artigianale e le soluzioni circuitali sono del tutto tradizionali dell'epoca (superetreodina 5 valvole, onde medie e corte).

La società cambio successivamente ragione sociale (1950) divenendo CORAM srl e produsse, per un certo periodo di tempo, alcuni modelli di radio portatili (p.e. il modello "Penny").

 

autovox

l'autovox si avvalse dell'opera del designer Rodolfo Bonetto.

Dicembre 51:IRI di Roma
Non staremo a discutere se la radio si è motorizzata o se l’automobili nei suoi concetti costruttivi si sia finalmente sposata alla radio. La IRI Industria Radiotecnica di Roma è la costruttrice degli apparecchi Autovox. I problemi sono ben diversi rispetto a quelli della costruzione di normali radio: tormenti termici e meccanici oltre la vicinanza al motore notevole fonte di disturbi. La sede è presso l’aeroporto di via Salaria ed i dipendenti 350 Bruno Verdesi amm. delegato.

Da :L' agonia dell' Autovox, cinquant' anni di fatti e misfatti romani                                                di ROBERTO DELLA ROVERE, 10 aprile 1996 Corriere della Sera

 Finira' il 14 giugno con la cessazione della cassa integrazione per i 234 lavoratori, la lunghissima agonia dell' Autovox di via Salaria. Sarà l' atto di morte ufficiale (da anni la fabbrica e' uno scatolone vuoto, oggetto di trattative per farne un centro commerciale) di una delle aziende "storiche" dell' industria romana: protagonista nel bene e nel male, di un "pezzo" di storia industriale e sindacale della città . Una storia che prende avvio agli inizi degli anni ' 30 quando Giordano Bruno Verdesi, affascinato dal nascente mondo della radio, fonda la sua prima creatura, che chiama "Industria audiotecnica italiana". E quando propone il primo esemplare di autoradio . uno scatolone ingombrante e gracchiante . la novità suscita al più qualche curiosità . Si addensa intanto la bufera sull' Europa: così accantonata l' idea dell' autoradio "civile", il giovane imprenditore si trova proprietario di uno stabilimento per la fabbricazione di guerra. Ma l' 8 settembre, con l' occupazione tedesca, non risparmia neppure la sua fabbrica: le autorità germaniche mettono i sigilli, proibiscono ogni produzione. La pace ritrova Verdesi senza più nulla, salvo il vecchio sogno dell' autoradio. E Giordano Bruno ricomincia da capo: inizia di nuovo lo studio di quelli che ancora si chiamano "ricevitori per auto", perfeziona le tecnologie, inizia una produzione su scala industriale. Siamo al 1953: vengono acquistati dei capannoni sulla via Salaria e qui, in questa terra rubata al pascolo di buoi e pecore, nasce l' Autovox. Vittorio Valletta, in questi anni "nume" indiscusso della Fiat, non si fa sfuggire la novità , le autoradio romane conquistano i mercati. Nel frattempo si è affacciato un altro protagonista: il televisore. Ed è ancora l' Autovox a conquistare i mercati. Nel ' 69 e nel ' 70 il clima dentro l' azienda si fa pesante: scioperi, proteste, anche qualche azione di sabotaggio. L' oramai cavaliere del lavoro Bruno Verdesi, decide di passare la mano: non prima di aver assicurato , così almeno crede , l' avvenire della fabbrica e dei 2.700 lavoratori cedendola all' americana "Motorola". La fabbrica è sana: già pronta perfino al Tv color, in anticipo su francesi e tedeschi. Ma i politici già si allenano a "Tangentopoli": e sul Tv color inizia un assurdo balletto di veti incrociati. Gli stessi americani, capita l' antifona, mollano l' osso. Nell' 83, a sorpresa, l' Autovox viene comperata da Franco Cardinali, fino allora sconosciuto imprenditore di Terni. La situazione dell' azienda appare già compromessa, ma Cardinali va avanti, fonda un' altra societa' , la "Nuova Autovox". Confida in un finanziamento di 40 miliardi da parte della Rel, la finanziaria pubblica creata per salvare le aziende elettroniche in crisi. E lo ottiene assieme al 46% delle azioni. Di suo ha messo solo 500 milioni. Si grida allo scandalo, nasce una commissione d' inchiesta composta di tre saggi: manco a dirlo, non si conclude nulla. Quel che segue in una serie incredibile di intrecci proprietari e giudiziari, potrebbe essere riportato in un manuale del malcostume politico amministrativo. E nell' agosto dell' 88 si giunge al fallimento e alla nomina di un commissario straordinario, il professor Riccardo Gallo. Inizia una serie infinita di tentativi di liquidazione, tutti vani. Spes ultima dea: ora i sindacati affermano che "in questi ultimi due mesi rimane ancora una possibilità di vendita dello stabilimento con la ricollocazione di una parte dei lavoratori". Ma sembra una pietosa bugia: l' unica prospettiva per i lavoratori rimasti è , ammettono gli stessi sindacati, un progetto di lavori socialmente utili. Si attende insomma una mano tesa dal Campidoglio.

autovox121 low.jpg (2127198 byte)autovox1 125low.jpg (2038683 byte)autovox 125 low.jpg (420696 byte)

                  gennaio 1946                                           marzo 1947                                         marzo 1947

autovox 137 low.jpg (1447297 byte)autovox 145 low.jpg (537089 byte)autovox 149 low.jpg (767954 byte)

                gennaio 1949                                            gennaio 1950                                         gennaio 1951

autovox 16x low.jpg (348277 byte)   1953autovox 1957r.jpg (201825 byte)1957

autovox1 1957 okr.jpg (271367 byte)

ave

ave 151 low.jpg (239989 byte) luglio 1951

1946 da Roma:

La ditta Azienda Radiotecnica Italiana di Roma, che dal gennaio 1943 è diretta dal rag. Luigi Pallavicini, figlio del fondatore Arrigo, durante la guerra, malgrado la mancanza di rifornimenti diretti dalle fabbriche, ha con notevole sforzo mantenuta la sua efficienza. La Ditta è nota per la produzione del suo Telediffusore che consente di distribuire l’ascolto della radio in tutte le stanza di un appartamento.

 

bertoncini

bertoncini 121 low.jpg (584545 byte)bertoncini 125 low.jpg (953995 byte)bertoncini 127 low.jpg (762698 byte)

            gennaio 1946                                                 marzo 1947                                              maggio 1947

bertoncini 129 low.jpg (469634 byte)  agosto 1947 

bp=vegaBP 

Brion Vega

radio via Ampere. Signora Brion, Perito. I Brion, Pajetta progettista . Produce medie frequenze e gli apparecchi Vega, al 1951

Brion si avvalse intensivamente dell'opera di industrial designers:Franco Albini, Franca Heig, Mario Bellini, Marco Zanuso, Richard Sapper, Flli Castiglioni che resero famosi certi modelli della Casa

da Angeletti 1959 inaugurazione nuovo stabilimento i9n via Pordenone.

Brionvega nacque alla fine degli anni '40 come BP Vega, dove B e P sono le iniziali dei due fondatori dell'azienda: Brion e Pajetta.
L'attività iniziò con la produzione di componenti, gruppi e medie frequenze per radioricevitori, per poi passare rapidamente alla costruzione di radioricevitori completi, sia per vendita diretta col marchio Vega (da non confondere con la tedesca Wega con la quale non risultano rapporti), sia per conto terzi.
Con l' uscita dalla ditta di Pajetta, il marchio divenne Brionvega utilizzato fino alla sua scomparsa sul mercato.
Verso la fine degli anni '50 Brionvega iniziò a caratterizzare la sua produzione affidandosi a noti architetti che curarono la parte estetica (due prodotti per tutti: TV Algol 11 ed il "cubo").
Purtroppo alla cura nel "design" degli apparecchi non corrispose una analoga attenzione alla loro qualità tecnica e funzionale che non si staccò mai dalla mediocrità ed impedì al marchio di conquistare stabilmente quelle fasce di utenza facoltosa disposta a spendere per prodotti esclusivi, ma di qualità.

 brion4 1959 1.jpg (49921 byte)brion 1 1959.jpg (386378 byte)bp 141 low.jpg (665186 byte)brion3 1959.jpg (118232 byte)

radio agosto 1949

brush

brush 137 low.jpg (457225 byte) genn 1949

car

car 141 low.jpg (116999 byte) agosto 1949

carisch

carish 129 low.jpg (169978 byte)carish 149 low.jpg (444954 byte)carish 158 low.jpg (235246 byte) agosto 1947                                                              gennaio 1951                                               sett 1952

castelli

castelli 145 low.jpg (585857 byte)castelli 149 low.jpg (417006 byte)  

                 gennaio 1950                                                  genn 1951

castelvetrano mostra

castelvetrano 133 low.jpg (319172 byte) genn 1948

C.G.E.

cge 125 low.jpg (891774 byte)cge 129 low.jpg (2407196 byte)cge 135 low.jpg (1689853 byte)

                           marzo 1947                                  agosto 1947                                          luglio 1948

cge 139 low.jpg (1543802 byte)cge 141 low.jpg (1028552 byte)cge 149 low.jpg (908246 byte)

            maggio 1949                                                     agosto 1949                                        gennaio 1951

cge 151 low.jpg (1255099 byte)cge 155 low.jpg (745317 byte) 

 maggio 1951                                                          gennaio 1952 

C.G.E. nasce a Milano (1921), come filiale italiana della General Electric americana, per la costruzione di macchine elettriche di ogni tipo e potenza (motori, alternatori e trasformatori).

Verso la fine degli anni '20, nell'ambito di questa produzione "pesante", trovò spazio la Fabbrica Apparecchi Radio C.G.E. con una Sezione tecnica dedicata che, dopo un periodo di montaggio e commercializzazione di apparati americani (in particollare il modello R.C.A. Radiola 18, uno dei primi ricevitori ad alimentazione da rete elettrica), inizio uno sviluppo ed una produzione locale, valendosi dei vari brevetti General Electric Company (G.E.Co.), R.C.A. e Westinghouse. Alla metà degli anni '30, il contingentamento, conseguente alle leggi autartiche del periodo, imposero la auto-costruzione di tutti i componenti per la produzione radio. Per le impedenze, reattanze e resistenze si avvalse di una consociata, la Scotti Brioschi & C. di Novara. Negli stessi anni C.G.E fu una delle più attive produttrici di apparecchi popolari italiani (Radiorurale del 1934, Radiobalilla nel 1936 e Radio Roma nel 1939).

C.G.E. commercializzò (presumibilmente negli anni '40) anche un ricevitore "Radiomeccano" (completo di mobile) in scatola di montaggio, per auto-costruirsi una supereterodina O.M. e/o O.C., a tre valvole (ECH4, EBL1, WE54 o AZ1) con diverse alternative per facilitare l'apprendimento della radiotecnica pratica, anche dai neofiti.

Il settore radio produsse anche apparati professionali (ricevitori e trasmettitori), apparati elettro-acustici e fotoelettrici, amplificatori, complessi per misure di A.F. ed apparecchi da proiezione per film sonoro (R.C.A. Photophone). Produsse anche una serie di altri fortunati apparecchi radio (Audiola, Audioletta, il Supergioiello).

Alla ripresa, dopo il conflitto, continuò la politica di produzione indipendente dalla ex casa madre. Verso la fine degli anni '40 la produzione fu spostata a Baranzate, nei dintorni di Milano, negli stabilimenti F.I.A.R. ove si installò anche la produzione TELEFUNKEN. Alla fine degli anni '90, dopo un passaggio di proprietà, l'attività cessò definitivamente.

Nel 1966 C.G.E. si fuse con ANSALDO-San GIORGIO S.P.A. dando origine alla ASGEN, colosso della elettromeccanica italiana.  

Fu tra le prime ditte ad avvalersi di un industrial designer, Piero Borroni. Vedi Reclames1.

 

condor

CONDOR, novità alla ditta Gallo

E' stata inaugurata in questi giorni la nuova sede industriale della Ditta Ing. G.Gallo, con l’apertura dello stabilimento in comuni di Concarezzo. La specializzazione della ditta di vecchia data erano i survoltori Condor, 14 anni fa. La produzione del dopoguerra si orienterà anche a piccoli elettrodomestici oltre l’autoradio Ciclone Six.

 

condor 121 low.jpg (505742 byte)condor 127 low.jpg (529351 byte)condor 133 low.jpg (955101 byte)

           gennaio 1946                                                maggio 1947                                           gennaio 1948

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 maggio 1949                                                         gennaio 1950

coram

vedi ATHENA

coram 147 low.jpg (406295 byte) luglio 1950

corti

corti 135 low.jpg (173672 byte) luglio 1948

I fratelli De Bernardi, al 1945

dopo aver ricostruito la parte dello stabilimento distrutta, hanno completato l’attrezzatura e ripresa la costruzione degli apparecchi radio.

decca

decca 145 low.jpg (139005 byte)decca1 145 low.jpg (127347 byte)

gennaio 1950                                                         gennaio 1950

doremi

doremi 127 low.jpg (145037 byte) maggio 1947

ducati

 SSR Ducati 1945

Il poter incontrare i tre fratelli Ducati è stato tra i momenti più salienti della nostra vita professionale. Oggi nel grande organismo come venti anni fa nella modesta ditta di via Guidotti a Bologna. Non giova ripetere quello che si sa delle difficoltà attuali qui pare che si dica: signori operai, non c’è tempo da perdere: riprendiamo i nostri posti e basta con le parole inutili. Gli stranieri stanno a guardare e sanno che noi saremo capaci di mostrare ancora una volta i segni del nostro destino. Molte cose della nostra conversazione saranno da tenere in serbo per un po’. Per ora un’informazione: questi uffici direzionali, attualmente sparpagliati, si uniranno presto al centro di Milano, crediamo al vecchio Verziere e si regalerà a Milano il “ Palazzo Ducati”.

Intanto la produzione riprende.

ducati127 low.jpg (918219 byte)ducati 125 low.jpg (685854 byte)ducati 133 low.jpg (922320 byte)

                          gennaio 1947                                   marzo 1947                                          gennaio 1948

ducati 149 low.jpg (438811 byte)ducati 157 low.jpg (799584 byte)ducati 158 low.jpg (605969 byte)

                gennaio 1951                                        settembre 1952                                       dicembre 1952

ducati 16x low.jpg (432143 byte)  1953

eal

eal 143 low.jpg (1077387 byte) ott 1949

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electa 121 low.jpg (273448 byte)electa 129 low.jpg (655793 byte)electa 131 low.jpg (1117894 byte)

                          gennaio 1946                                 agosto 1947                                           novembre 1947

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            gennaio 1948                                              luglio 1948                                                    gennaio 1949

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                       gennaio 1950                                    settembre 1951                                            gennaio 1952

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eles 137 low.jpg (531749 byte)eles 143 low.jpg (214297 byte)  

                      genn 1949                                             maggio 1949

elettroindustria 1945

Titolare sig. Travoso. Produce elettrodomestici e fornisce ottimi condensatori a mica metallizzata.

 

emerson

emerson 16x low.jpg (215770 byte) 1953

GIAPPONESI DELLA PIONEER INTERVENGONO PER LA EMERSON

Repubblica — 28 luglio 1985   pagina 30   sezione: ECONOMIA

SIENA (f.c.) - Sarà la giapponese "Pioneer" a salvare la "Emerson Electronics" (due stabilimenti a Siena e Firenze; circa 450 dipendenti in cassa integrazione dal 1980; produzione di apparecchi televisivi). La notizia proviene dalla federazione senese del Partito socialista italiano, che ha diffuso una nota nella quale afferma, tra l' altro, che "il ministero dell' Industria e la Rel hanno sottoscritto con la Pioneer un accordo di cooperazione industriale che prevede alcuni interventi in Italia, tra cui il salvataggio della Emerson". E' stato il sottosegretario all' Industria, il socialista Sisinio Zito, a dare l' annuncio, che è stato accolto con misurato entusiasmo a Siena, dove per cinque anni illusioni e delusioni si sono alternate con ritmo frequente. Torna alla memoria subito una esperienza con un altro grande gruppo giapponese, la "Sanyo", che nel 1977 acquistò il 34 per cento del capitale azionario (mentre l' altro 66 per cento era nelle mani dei fratelli Emidia e Guido Borghi, figli del fondatore Giovanni, che era stato anche padrone dell' "Ignis"). La Sanyo voleva utilizzare la Emerson come testa di ponte in Europa, e soprattutto nella Comunità economica europea, per la commercializzazione dei suoi prodotti. Ma ben presto subentrarono incomprensioni che portarono alla chiusura degli stabilimenti e al concordato preventivo con cessione di beni, nell' ottobre del 1980 e i tentativi successivi di dare respiro alla fabbrica risultarono tutti inutili. "Salvare la Emerson - sostiene Gianfranco Bartolini, presidente della Regione Toscana - significa salvare anche l' unica unità produttiva regionale di elettronica civile".

 

 

europhon

Europhon da Pria: famiglia Zenesini di Mantova. Ebbe un crollo dopo il rapimento di un figlio che portò al suicidio la moglie del titolare.

Storia del responsabile della catena di montaggio della EUROPHON. Aldo Brandilari nato nel 1941 ora consigliere di Milano per il PDL. Nel 1961 da vita agli scioperi nella sua fabbrica, segue il movimento del ’68. Appartenente al PCI viene assunto alla Camera del Lavoro. Poi, a quanto pare, passa a Forza Italia.radio_europhone_3.jpg (45367 byte)

 

 

La lampada Europhon (fabbrica vicini a Linate) ha il diffusore in polimetacrilato e la struttura in ABS colorato. Progettata dall’architetto Adriano Rampolli nel 1970.

Europhon appare sul mercato nell'immediato dopoguerra, con apparecchi economici adatti alle esigenze di un pubblico desideroso di avere una radio, ma con risorse economiche limitate. Gli uffici commerciali erano a Milano (v.le Tunisia) e la fabbrica in periferia (via Mecenate). La sua fortuna sarà la serie RC della fine degli anni '50 (in pratica tre modelli: RC58, RC59 e RC62) che con la loro semplicità circuitale (15 componenti passivi in tutto), l'accattivante design e la gamma di colori offerti invaderà il mercato con un prodotto dall'ottimo rapporto prezzo/prestazioni. La scelta di produrre anche per terzi o con marchi diversificati (Euronic, Eurostar, Kosmophon, Phonomatic) rende difficile quantificare la produzione di questa dinamica azienda, nata dalla imprenditorialità di una famiglia mantovana. Anche il tempo libero che sempre più trova gli italiani disponibili con il crescere del benessere è una opportunità per produrre apparecchi portatili a batteria. La tecnologia produce valvole miniatura a basso consumo ed alto rendimento, ideali per questo tipo di apparecchi. Il marchio Kosmophon fu dedicato a questa tipologia di prodotto. Dal 1965 produrrà anche con il marchio Superla.

Scelte di sviluppo aziendale poco lungimiranti (il ruolo della finanziaria pubblica REL determinò un gioco perverso nello sviluppo del settore elettronico negli anni '60) ed una grave disavventura famigliare segnarono la fine di questa avventura industriale.

fara

fara 149 low.jpg (547901 byte) genn 1951

Farel

Radio Farel Genova Quinto dir. gen. tecnico ing. Lehner.  Direzione dei lavori il viennese. Nel Farellino speciali accorgimenti nel telaio per sistemare un grande altoparlante e manopola unica per sintonia e cambio gamma. ing Poli

farina

farina 137 low.jpg (680795 byte)farina1 137 low.jpg (587371 byte)farina 139 low.jpg (622601 byte)  

                    gennaio 1949                                           gennaio 1949                                      maggio 1949

farina 143 low.jpg (484326 byte)  ottobre 1949

 al 1945 FARM, 

Fabbrica Apparecchi Radiofonici Mazza.

Intervista al sig. Mazza: sono allo stato latente, gli elettrotecnici direbbero stato potenziale... intanto vegeto un poco e faccio un po’ di vacanza... Non parla di programmi specifici ma lo spirito è battagliero. Presto le novità.

 

fiere radio e fiera milano

fiera 1 139 low.jpg (1646235 byte)fiera 139 low.jpg (1264052 byte)fiera1 139 low.jpg (1476057 byte)fiera3 139 low.jpg (1334208 byte)fiera4 139 low.jpg (1365393 byte)fiera watt 141 low.jpg (323438 byte) maggio 1949

fivre vedi anche reclames 1

fivre 131 low.jpg (693249 byte) nov 1947

la Fonomeccanica al 1945

ha riportato a Torino le sue attrezzature sfollate a suo tempo e si è sistemata in un grazioso stabilimento dedicandosi alla costruzione di impianti sonori.

fortuna

fortuna 141 low.jpg (1280444 byte)fortuna 147 low.jpg (483946 byte)fortuna 149 low.jpg (1556412 byte)                      agosto 1949                                          luglio 1950                                                 gennaio 1951

galimberti

galimberti 135 low.jpg (808770 byte) luglio 1948

Gallo

febbraio 51
Gallo, via Alserio. Il nome di Alserio è stato bandito e la via ha preso nome da due eroi ella liberazione, flli Meneghini con relative difficoltà commerciali per la Ditta. Nuovi locali,pare di Giuseppe è il dr. Leone

G.B.C. 

Storia lavorativa, GBC.
Di Aldo Arpa
 

Jacopo Castelfranchi era occupato nel settore aeronautico. Suo padre aveva un' azienda per la distribuzione di componenti elettronici e prodotti finiti, come radio, grammofoni con motore a molla, ricambi e spartiti musicali. Era un uomo molto intelligente, intraprendente e molto stimato.
Alla morte del padre lui prese la guida dell' azienda. La organizzò così in grande che divenne la piu' importante in Italia. Gli fu dato il marchio G.B.C. (acronimo del nome di suo padre Gian Bruto Castelfranchi). La Sede era in via Putrella a Milano e i punti di distribuzione crescevano a vista d' occhio in tutto il territorio italiano.
Successivamente la G.B.C. fu trasferita in una grande costruzione a Cinisello Balsamo. L'organizzazione fu perfetta in tutti i suoi particolari.

La G.B.C. aveva circa 300 punti-vendita in tutta Italia, ma nacque il problema di come gestirli in modo efficiente. In quel periodo l' IBM aveva una compositrice elettronica a schede magnetiche, abbinata ad una macchina da scrivere elettrica, equipaggiata con sfere intercambiabili per i diversi caratteri. Castelfranchi, la fece arrivare immediatamente e venimmo istruiti sul suo funzionamento.
Furono realizzati anche diversi cataloghi, dei componenti e dei prodotti finiti. Uno di questi cataloghi era molto voluminoso (mille pagine che descrivevano circa 60.000 articoli). Furono assunti: 6 disegnatori, 6 tecnici  per lo studio e la lavorazione dei KIT, in più fu creato, un reparto molto attrezzato e perfetto per il confezionamento.

Successivamente nacque il settore Sony. La Sony divenne, poi, Furman (sempre del gruppo GBC).
Per quanto concerne il settore libri, Castelfranchi creò il gruppo Jackson.
Venne il momento, dell' unificazione della JCE, e fu organizzato un altro laboratorio, posto nelle vicinanze della G.B.C. Fu assunto un valido direttore, giornalista grafico, Lionetti.

Nacquero delle nuove riviste d' elettronica e d' informatica, una di queste gestita da Aldo Arpa, con altri validissimi tecnici. Il titolo della rivista era PC Upgrade, che trattava programmi d' informatica e informazioni su prodotti di nuovo concetto.
La JCE fu ceduta ad un' altra Società. Finiva una grande epoca di lavoro.

Va ricordato, che tutto questo lavoro è stato possibile per la grande valenza di un uomo, il Sig. JACOPO CASTELFRANCHI.

 

da un articolo di Aldo Arpa sul Corriere della Sera

 

gbc 157 low.jpg (200470 byte) genn 1952 

geloso

Giovanni Gelosogeloso 181 55.jpg (712845 byte)

 Giovanni Geloso è nato nella repubblica Argentina il 10 gennaio 1901, da genitori piemontesi, colà temporaneamente emigrati. Nel 1904 la famiglia si trasferì di nuovo in Italia e precisamente a Savona.

A Savona frequentò le scuole inferiori, le professionali ed i corsi dell’Istituto nautico. In quest’ultima scuola si manifestarono la sua inclinazione e la predilezione per le scigeloso 1930.jpg (125310 byte)enze matematiche in generale e la meccanica e l’elettricità in particolare.

Nello stesso tempo in cui frequentava le scuole esercitò per sei anni  la professione di operatore cinematografico; intanto alla sera si dedicava allo studio della musica.

Sempre nello stesso periodo di tempo, e senza trascurare altre  intraprese, trovò modo di organizzare una compagnia di cantanti lirici.

Creò una scuola di meccanica per macchinisti delle Ferrovie di Stato, scuola che egli condusse con successo per vari anni.

Nel 1919, terminati i corsi dell’Istituto Nautico, dette vita ad una azienda per la costruzione di apparecchi elettrici brevettati. I tempi erano duri , ma dopo tre anni già vi trovavano lavoro 60 operai.pilot4.jpg (1388170 byte)pilot3.jpg (399422 byte)

Raggiunta la stabilità economica ed il massimo sviluppo, lasciò l’azienda ad un consocio ed emigrò, appena ventenne, per più vaste mete.

 pilot.jpg (228962 byte)Negli Stati Uniti, appena ventiquattrenne giunse alla Pilot Electric Manifacturing Co., da poco costituita. Dopo la laurea in ingegneria conseguita alla Cooper Square University, fu assunto alla direzione dell’Azienda come inpilot1.jpg (1170665 byte)gegnere capo. Risolse brillantemente i problemi dati allora dalla nascente radiofonia, come l’alimentazione in alternata ed il comando unico nei ricevitori. Realizzò il primo impianto di televisione funzionante il America, tra New Jersey ed un uditorio di scienziati trai quali Lee De Forest  ed il giornalista UgoGernback, anch’egli un pioniere delle radiofonia, uniti nella Philosophic Hall della New York University. Si era nel 1927.pilot2.jpg (563407 byte)

 Collaborò per la rivista Radio Design, organo della Pilot, della quale era consulente tecnico. Nel frattempo, nel 1929, la Pilot fu reincorporata col nome di Pilot Radio Television Corporation e subito dopo in Pilot Radio and Tube Corporation. Nel 1930 la Ditta si trasferì nei nuovi locali di Lawrence, Massachusset, un vecchio cotonificio. Ma erano gli anni della grande crisi, le cose andarono male e Geloso tornò in Italia, e la Pilot tornò a New York come nuova ditta, pur mantenendo il nome Pilot.

Precisamente tornò nella sua Terra il 1931 e nel maggio di quell’anno fondò la Soc. Anonima Geloso, a Milano, che ebbe la sua prima modesta sede in via Sebenico, 7.

Durante la II guerra mondiale, Geloso fu denunziato come “ americano” dai fascisti.  Sopravvisse nascondendosi in una fattoria per 5 anni insieme alla sua famiglia. Dopo il 1945 riprese la sua attività ancora con successo per molti anni, ma dagli anni ’60 in poi seguì il triste destino degli altri marchi storici della radio italiana. Giovanni morì nel 1968 e l’azienda gli sopravvisse per quattro anni. Poi fabbrica e marchio, acquistati da altri, seguirono varie vicende. Ancora si produce col nome J. Geloso .

geloso 125 low.jpg (855602 byte)geloso 143 low.jpg (174238 byte)geloso1 143 low.jpg (392441 byte)

                marzo 1947                                               ottobre 1949                                          ottobre 1949

geloso2 143 low.jpg (255488 byte)geloso4 143 low.jpg (197440 byte)geloso5 143 low.jpg (147898 byte)

                      ottobre 1949                                      ottobre 1949                                       ottobre 1949

geloso1 153 low.jpg (115935 byte)geloso2 153 low.jpg (152766 byte)geloso 149 low.jpg (1391991 byte)

                  ottobre 1949                                         ottobre 1949                                              gennaio 1951

geloso 153 low.jpg (216968 byte)geloso 157 low.jpg (607027 byte)geloso 16x low.jpg (223858 byte)

                settembre 1951                                        settembre 1952                                             1953                                

geloso1 16x low.jpg (2032564 byte) 1953

grundig

1945: Subito dopo la fine della guerra, la Germania era completamente distrutta. Questo valeva anche per molte radio... Poiché produrne di nuove risultava impossibile, le richieste di riparazione erano frequenti.


Il commerciante di radio Max Grundig, originario di Fürth (Baviera), intuì che i tempi erano ormai maturi e decise di fabbricare i primi due apparecchi firmati Grundig: il tester per valvole a tubo Tubatest ed il dispositivo di test Novatest. Il successo non si fece attendere.

1946: Le radio vengono sottoposte a rigorosi controlli da parte degli Alleati. L’opinione di Max Grundig è che una radio senza valvole a tubo non può essere considerata una vera radio.

Nasce l’apparecchio radio Heinzelmann: un solo circuito, per onde corte, medie e lunghe. Diventerà un campione di incassi e sarà prodotto in grandi quantità già a partire dal 1947.

1947: L’Heinzelmann riscuote un tale successo di vendite che è necessario un nuovo stabilimento di produzione. Viene costruito al posto di un’ex stazione termale in Kurgartenstraße, a Fürth.

1948: La riforma monetaria porta stabilità economica e la richiesta di beni di consumo aumenta notevolmente. Grundig realizza la sua prima radio completa, la Weltklang: quattro valvole e sei circuiti garantiscono un’eccellente ricezione.

1949: Viene fabbricata la radio numero 150.000. L’azienda continua a crescere: vengono costruiti un centro amministrativo ed uno stabilimento di produzione a tre piani.
Nasce un nuovo prodotto: 186 B/GW, nome provvisorio assegnato ad una delle prime radio portatili, ovvero una radio inserita all’interno di una custodia. L’anno successivo, questo modello - ufficialmente ribattezzato Grundig Boy - diviene un grande successo commerciale.

1950: 1000 operai lavorano nella nuova, grande officina di montaggio.

In Germania arriva l’altissima frequenza (VHF) che fa nascere nuove opportunità per il settore industriale. Grundig lancia sul mercato il 380 W: questo ricevitore è caratterizzato da sette circuiti AM ed otto FM. Per la prima volta, è possibile variare le bande di frequenza con un pulsante.

La denominazione commerciale del modello 380 W sta ad indicare contemporaneamente prezzo e potenza assorbita. Curiosità: un tecnico radio guadagna un marco all’ora.

1951: Viene fondato un nuovo stabilimento per la realizzazione del primo televisore. Grundig si attesta come la maggiore azienda costruttrice di radio in Europa.
 
Grundig rileva la fabbrica Lumophon di Norimberga e con essa la produzione del primo Registratore a Nastro Reporter 300.
 
Grazie al boom economico del dopoguerra, aumenta il numero di automobili che percorrono le strade tedesche. Per non privare le persone di musica ed intrattenimento quando sono al volante, Grundig realizza l’Autosuper 248.

1952: Il 25 dicembre di quell’anno, il primo canale televisivo tedesco inizia la sua programmazione. Ciò significa che devono anche essere fabbricati i relativi ricevitori di segnale. Grazie ad un approfondito lavoro di ricerca, Grundig lancia sul mercato il modello FS 080.
 
Nello stesso anno, viene realizzato il primo registratore portatile Reporter 500 L. Caratteristiche tecniche: velocità 19 cm/sec, conversione di frequenza da 50 Hz a 10 kHz, amplificatore ed altoparlante incorporati.

1953: Sebbene in quegli anni la televisione rappresenti il centro dell’attenzione, la maggior parte degli apparecchi TV risulta troppo costosa, ovvero oltre 1000 marchi. Il modello 210 prodotto dalla Grundig, tuttavia, è più accessibile, potendo essere acquistato per 998 marchi. E’ un televisore da tavolo con schermo 14 pollici.

 

La radiosveglia Heinzelmann 1 è destinata all’impiego in cucina e vari dispositivi elettrici possono essere collegati al suo timer. Solo in seguito, l’apparecchio sarà utilizzato in camera da letto, sottoforma della classica radiosveglia.

1954: L’implementazione della radio ad alta frequenza (VHF) apre lo scenario per una nuova qualità del suono e gli altoparlanti dinamici creano un effetto sonoro 3-D (“tridimensionale”). L’apparecchio di punta del periodo è il 5050W/3 D, con cinque altoparlanti ed undici circuiti AM/FM, in grado di ricevere onde VHF, corte, medie e lunghe. Costo: 695 marchi.

 

Stenorette A è il primo dittafono marchiato Grundig. Viene soprannominato "raganella", a causa del suo colore verde! Il massimo tempo di registrazione è di circa 30 minuti, con velocità nastro di 6 cm/s. Il registratore portatile TK 919 Record è destinato ad un utilizzo semi-professionale. Il primo registratore a nastro con la funzione di riavvolgimento automatico costa 1125 marchi. 

1955: Il modello 7080 W/3 D (mobile giradischi), dal tipico design anni ’50, viene soprannominato "leaning Max", per i le sue gambe oblique. Due sportelli aprono e chiudono la sezione radio/dischi, ed un cambiadischi automatico da 10 dischi è parte integrante del set.

1956: Ormai anche le radio portatili sono in grado di ricevere ogni tipo di frequenza. Il Transistor-Boy L riceve onde corte, medie e lunghe; il modello VHF-Concert-Boy 56, come dice il nome, riceve anche VHF.
 
La Concert Radio 5080 è dotata di un equalizzatore, con cinque comandi e display visivo.

1957: Grundig acquista le quote di maggioranza dai produttori di macchine da scrivere Triumph (Norimberga) e Adler (Francoforte).


A Bayreuth (Baviera), viene realizzata la più grande fabbrica di registratori a nastro del mondo. In questo periodo, i principali sforzi di ricerca sono volti ad ottimizzare la qualità audio degli impianti mono.


Il campione d’incassi dell’anno - il Registratore Portatile TK830 - è dotato di due velocità nastro, un pulsante audio 3-D ed un indicatore di volume a display: tutto per 965 marchi.

1958: Per la prima volta, viene lanciato sul mercato un apparecchio in cui sia il giradischi che il registratore possono riprodurre suoni in stereofonia. Il modello Stereo Concert Cabinet SO 200 costa 2975 marchi, ma anche i successori del "leading Max" ricevono ormai in stereo, per soli 900 marchi.


Da questa data sono disponibili i ricevitori tascabili completamente a transistor, quali il Transistor-Box ed il Pocket Transistor Boy: entrambi ricevono su onde medie e funzionano a pulsante.

1959: Leader nel mercato tedesco, Grundig lancia l’”unità di controllo stereo” 6098, priva di altoparlanti incorporati: l’apparecchio deve essere collegato a casse esterne.

1960: Viene inaugurato uno stabilimento di produzione per registratori a nastro in Irlanda del Nord.


Il primo ricevitore portatile VHF completamente a transistor è chiamato Teddy-Transistor-Boy. Il modello Mini-Boy, invece, rappresenta la più piccola radio tascabile di quel periodo, con dimensioni 104 x 65 x 27 mm ed un peso di soli 250 grammi. Come accessorio, è disponibile un altoparlante domestico, completo di orologio.


Dato che altri canali televisivi stanno per iniziare la loro programmazione, apparecchi quali lo Zauberspiegel 61 T 50 vengono riadattati e potenziati per ricevere onde VHF, ad un sovrapprezzo di 92 marchi. Già dal 1954, i telecomandi via cavo facevano parte della gamma accessori; dal 1960 un telecomando senza fili ad ultrasuoni può essere acquistato a 24 marchi.

1961: Grazie al Television Boy, un televisore entra a far parte per la prima volta del catalogo apparecchi portatili. Caratteristiche tecniche: cinescopio 47 cm, telecomando e commutazione VHF/UHF tramite pulsante.


La nuova radio tascabile Solo-Boy risulta persino più piccola del precedente modello Mini Boy: pesa soltanto 145 grammi e le sue dimensioni sono 78 x 54 x 25 mm.

1962: A Norimberga-Langwasser, viene inaugurato un moderno stabilimento di produzione per registratori a nastro.
 
Nel settore hi-fi, Grundig lancia sul mercato un sistema modulare con componenti separati, quali i Ricevitori Radio HF 1/HF 2 e gli Amplificatori Stereo Hi-fi NF 1/NF 2. A questi, è possibile collegare a piacere altoparlanti, giradischi, registratori ed un “phonomascope” (dispositivo audio 3-D). In tal modo, gli utenti possono personalizzare l’impianto stereo hi-fi, adattandolo al design e agli spazi abitativi.

1963: Il secondo canale televisivo tedesco (Zweite Deutsche Fernsehen, ZDF) inizia la sua programmazione. Per la prima volta, le stazioni radio cominciano a trasmettere in stereofonia.


Il Ricevitore Universale Ocean Boy rappresenta l’inizio della della serie satellitare, con tre gamme di onde corte.

1964: Sono introdotte nuove tecnologie nel settore dei dittafoni, ad esempio le cassette a foro unico e la registrazione su lamina metallica. Con una capacità di memorizzazione pari a 2 x 22 minuti, arriva sul mercato il Notebook Elettronico EN 3.

1969: A Rovereto, in Italia, viene inaugurato un nuovo stabilimento per la produzione di TV.
Viene lanciato un innovativo impianto di casse acustiche, il Kugelstrahler 700: le frequenze medio-alte sono emesse in tutte le direzioni, per un’eccellente qualità audio.

 

grundig 16x low.jpg (349128 byte) 1953

harmonic

harmonic 135 low.jpg (684720 byte)  luglio 1948

hauda

hauda 141 low.jpg (632447 byte) agosto 1949

icar

vedi ditte anni 60

icar 121 low.jpg (652286 byte)icar 121a low.jpg (468182 byte)icar 123 low.jpg (413425 byte)

                      gennaio 1946                                         gennaio 1946                                         gennaio 1947

icar 137 low.jpg (532763 byte)   gennaio 1949

icare

icare 123 low.jpg (252386 byte)icare 129 low.jpg (258889 byte)  

                     gennaio 1947                                             agosto 1947

imca

vedi grandi ditte

La produzione Imca Radio, cominciata intorno al 1935 e proseguita con alterne vicende fin dopo la Guerra, fu sempre rivolta alla realizzazione di apparecchi multigamma di classe professionale. Prima di allora la Imca di Alessandria era una piccola industria che produceva imballaggi di cartone. La svolta produttiva fu decisa dal famoso Ing. Filippa, inventore del telaio a tamburo rotante, che costituì per quasi un decennio un esempio internazionale di qualità ed accuratezza tecnica. L'uso del tamburo rotante (invece del sistema a commutatori) è una scelta che assicura dei vantaggi tecnici, specie nelle gamme delle onde corte. Vi è un indubbio miglioramento della sensibilità, della selettività e della precisione di sintonia.  Naturalmente il costo degli apparecchi era alquanto elevato, e rispecchiava la qualità posta in ogni dettaglio costruttivo.

L’ing. Filippa è detentore di vari brevetti e durante l’ultima guerra gli fu affidato progetto e produzione di apparecchi in grado di ricevere certe frequenze del nemico, non previste dalla abituale produzione.

imca 123 low.jpg (1546823 byte)imca 127 low.jpg (1788026 byte)imca 133 low.jpg (732256 byte)

                   gennaio 1947                                              maggio 1947                                           gennaio 1948

imca 141 low.jpg (2337175 byte)imca 153 low.jpg (1743770 byte) 

                       agosto 51                                             settembre 1951

imca pangamma

pangamma 141 low.jpg (2388419 byte)pangamma 2 141 low.jpg (173086 byte)pangamma 4 141 low.jpg (201355 byte)pangamma1 141 low.jpg (203594 byte)pangamma3 141 low.jpg (435123 byte) agosto 1949

imer

agosto 1945: IMER

***imer1_45low

Il nome nuovo, IMER di Luino, non deve destare alcuna incertezza in quanto il complesso produttivo è corredato di mezzi materiali e tecnici validi. I ricevitori prodotti appartengono ad una categoria cosiddetta di classe : il cinque valvole Verbano ed il radiofonografo Verbano2°. Imer Radio Industria Meccanica Radiofonica Luino (Varese). Uffici a Milano via P. Capponi,4.

 

imer 131 low.jpg (636733 byte) nov 1947

inas

inas 131 low.jpg (475911 byte)inas 157 low.jpg (1188434 byte)inas 16x low.jpg (679406 byte)

                      novembre 1947                                settembre 1952                                              1953

incar

INCAR di Vercelli Industria Nazionale Costruzione Apparecchi Radio. Comm. Vaccarino

inc 145 low.jpg (1914143 byte)ar 145 low.jpg (2066348 byte)incar 153 low.jpg (956006 byte)

             gennaio1950                                                   gennaio 1950                                            settembre 1951

 

IRIM 1945

Fra le industrie radiotecniche italiane la IRIM  pur dalla data di costituzione, che da la sua licenza che sono tra le più antiche, questa può essere considerata come una azienda nuova perché sino ad ora non ha mai esplicato una vera e propria attività industriale. 

Questa nuova attività è stata data all'azienda dall'attuale Titolare, ing. Mandrioli che l'ha allevata durante il periodo bellico. In tale periodo egli non ha svolto attività costruttiva, ma ha solo curato una serie di progetti che verranno man mano svolti nei prossimi tempi.

Pur non dimostrandosi molto propenso, come tutti gli industriali, a svelare i suoi segreti intendimenti, ci ha mostrato quella parte di produzione che è pronta per essere messa in commercio.

L’ing. Mandrioli intende seguire con molto interesse il movimento dilettantistico, appena i radianti avranno la possibilità di riprendere il proprio traffico e mettere loro a disposizione materiale di qualità. Un certo lavoro di ricerca e di messa a punto è stato già svolto.

Una promessa è il ricevitore per automobile, che si annuncia trattarsi di una realizzazione completamente nuova in particolare per la parte meccanica.

Per il materiale componenti sul mercato saranno prese in considerazione solo grandi forniture e lavorazioni speciali. Non è improbabile, vista l'attrezzatura a disposizione, uno sviluppo nel campo della meccanica di precisione.

 

irradio

  l'industrial designer Otto Heinrich fu progettista alla Irradio.

Nel 1930, un semplice viaggio di affari, decideva delle sorti di un giovane uomo. Il dott. Franco Corrado Bufalini, laureato in scienze economiche, poteva tranquillamente seguire pingui rotte già tracciate e consolidare la fortuna di un padre ricco collocato nel settore cotoniero.

Nei suoi ripetuti viaggi in America, però, si rese conto di quelli che potevano essere gli sviluppi dell’industria della radio.

Da allora la sua storia fatta di successi, ma anche di mille segrete incertezze e paure, di coraggio e rapidità di decisioni. Una storia che nel 1940 dovette registrare anche un furioso bombardamento nella sede di Corso di Porta Nuova, quando la fabbrica contava già 1200 operai. Ma Irradio non era per questo  morta e riprendeva dopo pochi anni il suo ritmo di lavoirradio.jpg (1778159 byte)ro in un’altra sede rammodernata in via Aprica. Nasceva il televisore e sulle strade d’Italia un cartellone pubblicitario con una figuretta gentile al microfono, un grazioso disegno di una donna fasciata in un vaporoso vestito, sorridendo mutava il suo slogan in “ la visione che incanta”

Al 1957 l’Irradio è in via Faravelli in quei nuovi quartieri di Milano che si estendono oltre Corso Sempione, con un area di settemila metri quadri e 370 dipendenti. La catena di montaggio Flowing, prima in Europa, da la scadenza della produzione e sforna un televisore ogni 4 minuti e 12 secondi.

Il maggiore sviluppo fu dunque quando alla fine degli anni ’30 produceva ottimi apparecchi, quelli con la scala parlante inclinabile, su licenza della Blaupunkt tedesca.

irradio129 low.jpg (513933 byte)irradio 133 low.jpg (1056093 byte)  

                  agosto 1947                                            gennaio 1948

l’Ital Radio 

al 1945 ha ripreso la propria attività.

jensen

jensen 149 low.jpg (64445 byte)jensen1 149 low.jpg (157136 byte) genn 1951

king

king 123 low.jpg (723789 byte)   genn 1947

La Radio Lambda, al 1945

pur mantenendo la fabbrica a Borgosesia sotto la guida dell’ing. Olivieri, ha aperto un ufficio a Torino sotto la direzione del sig. Nannini.

lara

lara 153 low.jpg (1777779 byte) sett 1951

larir 1945

LARIR Laboratori Artigiani Riuniti Industrie Radioelettriche.

L’attività della LARIR, potenzialmente predisposta in periodo cospirativo, è stata resa nota dalla data della liberazione, cioè dal giorno in cui il perito radio Orfeo Meneghetti ha potuto riprendere con piena tranquillità il suo lavoro ed organizzare una sezione commerciale. Laboratori provvisori in p.zza. 5 Giornate e via Ercole Ferraris. In particolare producono ottimi commutatori.

 

larir 125 low.jpg (895069 byte)larir 131 low.jpg (1212712 byte)  

                  marzo 1947                                             novembre 1947

la voce del padrone

negli anni '30 si avvalse del progetto di Figini e Pollini per il suo radiogrammofono che vinse il concorso Domus nel 1933

lavdp 121 low.jpg (476787 byte)lavdp 131 low.jpg (431672 byte)lavdp 137 low.jpg (484032 byte)

           gennaio 1946                                               novembre 1947                                         gennaio 1949

lavdp147 low.jpg (315577 byte)lavdp 149 low.jpg (295806 byte)lavdp 151 low.jpg (285920 byte)

                      luglio 1950                                        gennaio 1951                                           maggio 1951

lavdp 153 low.jpg (1038387 byte)lavdp 159 low.jpg (573973 byte)

             settembre 1951                                                     1953

Nel 1928 His Master's Voice (USA), conosciuta in Italia come "La Voce del Padrone" (stabilimenti a Milano) e che produceva grammofoni e dischi, si rese conto che la radio avrebbe modificato pericolosamente la consistenza del suo mercato di riferimento. Decise di acquistare la Marconiphone inglese, per integrare velocemente la gamma di prodotti da offrire, apparecchi radio inclusi. Naturalmente la più grande e potente azienda tra le due era la His Master's Voice che impose i suoi standard produttivi e progettuali, molto orientati alla standardizzazione di serie. Inoltre la produzione di un modello poteva essere prodotto in una nazione e commercializzato ovunque (His Master's Voice, per esempio, controllava il marchio Pathè in Francia). In Italia la produzione comprendeva anche il marchio Columbia.

lesa

G.De Groetzen fu disegnò per Lesa

Questa Industria iniziò nella primavera del 1929 sotto la ragione sociale "Laboratori Elettrotecnici" di Luigi Massaroni. Due piccole stanze in Corso Italia a Milano. Quattro persone compreso il titolare. L'iniziativa partì con la costruzione del motore fonografico del tipo ad induzione e con rivelatori fonografici del tipo magnetico ad alto rendimento. Furono allora le prime realizzazioni del genere in Europa.

La scarsità dei mezzi e la limitatezza di qualunque altro genere di possibilità determinarono vicende penose e difficoltà grandissime. L'iniziativa fu più volte sull'orlo di un naufragio.

Nel 1930 fu creata una Società per Azioni e da qui la ragione sociale Laboratori Elettrotecnici Società Anonima (LESA). Si trasferì in locali più ampi in via Cadore, sempre a Milano.

Da questo punto l'ascesa, anche per l'immissione di nuovi mezzi finanziari: ai motori e rivelatori si aggiunsero i potenziometri, indi altro materiale elettrico rotante.

Nel 1939 si trasferì in via Bergamo, 21.

Nel 1940 morì Luigi Massaroni, tecnico di eccezionale valore, Uomo che va ricordato ad onore della tecnica italiana.

Nel 1943 lo stabilimento di via Bergamo subì i più grandi danni dalle incursioni aeree. L'azienda si trasferì in tre diverse località nei pressi dell'Adda.

Il lavoro nei vecchi stabilimenti riprese alla fine delle ostilità.

Si aggiunse la costruzione di apparecchiatore telefoniche ad alta frequenza ed apparecchiature per l'amplificazione sonora.

Nel 1950 fu iniziata la costruzione del nuovo stabilimento di Tradate.

La crisi a le gestione da parte della GEPI, statale per aiuto delle aziende in crisi, nel 1971

lesa 145 low.jpg (396254 byte)lesa 153 low.jpg (252960 byte)  

                 gennaio 1960                                              settembre 1951

linx

linx 131 low.jpg (378989 byte) nov 1947

magnadyne

Carlo Mollino progettò i primi modelli della Magnadyne.

Da Giancarlo Riello

Il sig. Dequarti iniziò ad occuparsi di costruzioni di apparecchi radio dal 1922, all'età di 16 anni, in una piccola officina elettromeccanica, interruppe l'attività per ottemperare all'obbligo del servizio militare. Nel 1927 riprese la sua attività appoggiandosi al sig. Mario Pesce, titolare della ditta Accumulatori OHM. Per effetto della collaborazione dei due qualche tempo dopo si dette vita alla ditta individuale "Magnadyne Radio di Pesce Mario". In effetti si trattava di una società nella quale il Dequarti era socio occulto. La nuova ditta venne iscritta al Consiglio Provinciale delle Corporazioni, ora Camera di Commercio Industria Agricoltura e Artigianato, sotto il n° 75.95, lo stesso della preesistente OHM. Oggetto della nuova società era la costruzione di apparecchi radio, accumulatori elettrici ed apparecchi frigoriferi. L'attività si svolgeva, a quel tempo, nei locali di Via S. Ambrogio,  10 (Torino), proprietà di Mario Pesce ed in un capannone antistante, di proprietà del Cav. Candido Viberti. L'azienda si sviluppò rapidamente ed i suoi prodotti superarono nelle vendite aziende di dimensioni notevoli come CGE, Philips, Marelli, Phonola.

Nel 1935 sono occupati mille operai, producendo in proprio tutti i componenti dell'apparecchio radio, con la sola esclusione delle valvole per le quali esisteva un monopolio di fatto (in tempi posteriori costruirono anche le loro valvole realizzando modelli particolari).

Nel 1937 il sig. Dequarti acquistò l'intero pacchetto azionario della S.A. ing. Clemente Diena & C., modificandone successivamente il nome in Magnadyne S.A. (31 1 1939).

Nel 1941 il sig. Pesce cedette al sig. Dequarti le sue ragioni di comproprietà della "Magnadyne Radio" contro la liquidazione di una quota di 12.000.000 lire, somma rilevante , a quell'epoca, segno dell'importanza dell'Azienda.

Durante il conflitto mondiale lo stabilimento di via S. Ambrogio  fu completamente distrutto, nella notte fra il 19 ed il 20 novembre 1942 da un bombardamento aereo. L'attività industriale fo sospesa per qualche mese, mentre quella amministrativa venne svolta nei locali di S. Ambrogio, questa volta al n° 8. Nel 1943 gli uffici amministrativi furono trasferiti in via Avellino, 6 in locali di proprietà, e l'attività fu ripresa a S. Antonio di Susa, in un locale affittato dal cotonificio Valle di Susa.

Dal 1943 al 45, a causa della guerra l'attività fu limitatissima e le maestranze furono occupate alla ricostruzione.

Nel 1945 nei capannoni di S Antonio si producevano i mobili, le parte metalliche tornite o tranciate, medie frequenze, trasformatori, altoparlanti, circuiti stampati.

 Intorno al 1950 fu costituita l'unità produttiva NEOFAR per la costruzione di tutti i tipi di condensatore e la NEOHM per i resistori, fissi o no su licenza della IRC di Filadelfia, USA., poi della CTS, componenti che venivano commercializzati sul mercato nazionale ed estero.

Nel 1952 si avviò la produzione di valvole termoioniche.

Nel 1953 il sig. Dequarti costituì la soc. VISIOLA, di Paolo Dequarti& C., con sede a Roma, per la fabbricazione di apparecchi televisivi.

Nel 1953 fu costituita in settembre la INFIN sas società holding con sede a Friburgo, socio accomandatario Dequarti. Gradualmente tutte le competenze furono trasferite alla nuova società fino a che nel 1955 la Magnadyne Radio cessava ogni attività.

Dalla grande struttura formatasi, a cavallo del 1959 60, nacquero ben dodici società con nomi diversi e le radio commercializzate coi nomi Magnadyne, Kennedy, Visiola.

Nel 1961 in un reparto di via Vincenzo Re, 5 venne iniziata la produzione sperimentale di transistor al germanio, reparto chiuso dopo alcuni mesi.

La soc. INFIN ha prodotto fino alla fine degli anni '60, poi la crisi di mercato portò alla richiesta di amministrazione controllata nel 1971.

Operai e macchinari furono assorbiti dalla SEIMART, costituita dal nuovo ente governativo GEPI istituito per salvare le aziende in crisi, e la SEIMART fu la prima.

Successivamente la crisi si estese ad altre aziende come la LESA.

Nei primi anni '30 la Magnadyne costruiva con licenze Kennedy, copiando anche l'estetica della produzione Kennedy originale che veniva invece distribuita in Italia da Capriotti.

La Magnadyne Radio  al 1945 è sempre all’ordine del rag. de Quarti nello stabilimento attrezzato in periodo bellico a S. Antonio di Susa ed è in piena produzione. La ricostruzione di una nuova sede a Torino porrà la Magnadyne al livello delle maggiori industrie, con progetti adatti alla riconquista del mercato temporaneamente e solo in parte trascurato.

magnadyne 125 low.jpg (1240974 byte)magnadyne 143 low.jpg (2018364 byte)magnadyne 147 low.jpg (2005423 byte)

                   marzo 1947                                            ottobre 1949                                         luglio 1950

magnadyne 149 low.jpg (701239 byte)magnadyne 151 low.jpg (1628964 byte)magnadyne 153 low.jpg (667941 byte)

                    gennaio 1951                                                maggio 1951                                        settembre 1951

maple

maple 143 low.jpg (1319417 byte) ott 1949

marconi

marconi125 low.jpg (278806 byte)marconi 137 low.jpg (407042 byte)marconi 141low.jpg (312465 byte)

                      marzo 1947                                          gennaio 1949                                              agosto 1949

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               ottobre 1949                                                     sett 1951

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marcucci 129 low.jpg (268946 byte) sett 1947

marec

marec 131 low.jpg (483411 byte)marec1 131 low.jpg (757834 byte)

               novembre 1947                                            novembre 1947

marelli vedi www.bertibenis.it

per Radiomarelli progettò il designer Piero Spadolini.

 

 

 

marelli 127 low.jpg (575218 byte)marelli 129 low.jpg (806891 byte)marelli 132 low.jpg (332303 byte)

         maggio 1947                                                      agosto 1947                                            novembre 1947

marelli 137 low.jpg (476300 byte)marelli 151 low.jpg (274436 byte)marelli 16x low.jpg (440514 byte)

               gennaio 1949                                              luglio 1951                                                          1953

meli

meli 125 low.jpg (879015 byte) marzo 1947

mezzadri

mezzadri 139 low.jpg (470073 byte) maggio 1949

MICROSON 1945

di Novara

Sorta da poco, costruisce componenti, microfoni, trasformatori. E’ una delle prime ditte che costruisce in serie materiale appositamente studiato per radianti: militano tra i suoi dirigenti vecchi OM che ben comprendono le esigenze degli altri colleghi e ben comprendono le difficoltà di tale attraente campo. Per questi ha creato una pubblicazione mensile” Radop Bollettino Microson”. OM è per "Old Men" ovvero vecchio mio, come si appellano tra di loro i radioamatori. da distinguere da YL, Young Lady.

Minerva

Radio Minerva,1951
Dopo la costruzione della nuova sede in Viale Liguria, intervistato il cav. Cingolani . Di novità c’è la produzione di frigoriferi denominati Aquila

per Minerva progettarono i designers Mario Bellini, Giorgio Madini Moretti. Nella foto Mario Bellini.bellinix.jpg (24111 byte)

mivar

 Carlo Vichi è cordiale e saluta romanamente. Ciò ci fa un certo effetto. Un leggìo con un  intitolato «Un uomo chiamato Mussolini», due foto del Duce in posa imperiale, un disegno datato 1938 di Bentto con Il Furer adolfo, probabilemete ritratti in occasiobe della visita di Hitler a Firenze.Ad Abbiategrasso, nella sede della Mivar, i dipendenti, che pure lo stimano, ormai ci hanno fatto l' abitudine. Perché il “capo”, è proprio un fascista vero. E visto che ormai ha compiuto 77 anni, non è il caso di fargli cambiare idea. Dal nulla è  uscito a creare un colosso che oggi detiene il 35 per cento del mercato nazionale dei tv a colori e fattura ogni anno qualcosa come 350 miliardi. Non sembra che, però, il Vichi non ricambi la stima dei suoi dipendenti. «Mica voglio bene a quelli lì, io.E' gente che non sa guardare avanti, che vive con la massima aspirazione dell' uovo oggi. Sono condizionati e manovrati dai sindacalisti, la vera rovina del Paese». Proprio di questi tempi, un bel gruppo di operaie ha fatto causa all' azienda per questioni di salario. E il pretore, in prima battuta, ha pure dato loro ragione. «Ma io me ne frego» cita senza volerlo proprio il Duce. «Anzi, sono talmente deciso a non cedere... che sono pure pronto a bruciare il nuovo stabilimento dove dovremmo trasferire tutta la produzione». Il camerata Carlo è fatto così. Pronto a commuoversi parlando del «glorioso ventennio». Ma lui che non ha mai messo la camicia nera e non è mai stato iscritto al Partito e dopo l' 8 settembre si è pure «imboscato». Adesso, però, tutti gli anni al 28 di ottobre se ne va in giro con la cimice all' occhiello). Rammenta  «quegli anni maledetti». Il ' 68, il ' 69... «Fu un terremoto. Per quasi cinque anni, arrivavo in fabbrica solo dopo le cinque del pomeriggio. Per non incontrare quella marmaglia sovversiva, quei barbari». A suo dire, ieri come oggi, tutte pedine di un grande «complotto». «Da almeno trent' anni è in atto un disegno volto a eliminare l' elettronica italiana. Una sporca manovra del potere economico e democratico. Basta guardarsi in giro. Tutti i bei nomi del settore sono scomparsi. Resisto solo io. Perché non sono uno che molla tanto facilmente». Sulla breccia dal 1945. Un diploma da radiotecnico e tanta voglia di sfondare. Ecco la Var, «Vichi e Cesari apparecchi radio». Una fabbrichetta messa su alla buona. Nel 1958 la scelta di costruire televisori. Ed in omaggio alla città che la ospitava la Var che diventa Mivar.  E arriva il successo pur senza che il Vichi cambi il suo essere. Perché lui è un lavoratore e non sarà mai un capitano di industria. «Mai fatto uno spot pubblicitario. Il mio segreto? La qualità e i prezzi buoni. Soprattutto, tenere in considerazione il cliente. Offrendo televisori pratici e funzionali. Anche l' assistenza. E' il passaparola la nostra forza». La fabbrica è la sua vera casa. Sette giorni su sette. Senza nemmeno un ufficio, senza nemmeno una scrivania. «Perché un capo per farsi rispettare deve essere sempre in trincea, deve dare il buon esempio: mica deve starsene nascosto. Non si può discutere un capo. Si deve obbedire e basta. Credere, obbedire e combattere». Mentre oggi... La politica... «Mai avuto favori dalla politica. Io ho lavorato e basta. E' dal ' 48 che non voto». E D' Alema? «Una figura messa lì non so da chi». E Berlusconi? «Uno che la pagherà cara». E Bossi? «Un clown». E Fini? «Che persona spregevole». Mentre Vichi? «Un uomo che dopo 30 anni di mortificazioni non è stato ancora domato. Fatica a mascherare un sorriso quando parla dell' Alma, che lavora con lui da 45 anni. Era un' operaia e oggi fa la direttrice. Anche se poi non riesce a nascondere l' emozione raccontando la sua meravigliosa storia d' amore con Annamaria: «sposati da 56 anni davvero una gran donnalavora ancora qua con me». I quattro figli «così diversi» e gli otto nipoti «che sono degli sconosciuti Come nonno, sono proprio uno zero.» Sulla spalla della giacca che indossa c' è un pezzo di scotch. L' ha messo lui per tappare uno strappo. Mentre la cerniera non è proprio riuscito a ripararla. Carlo Vichi che con il suo nuovo stabilimento. Roba da 150 miliardi, pagati in contanti o quasi.

Da un articolo di Carlo Lovati

La storia

1945 - Milano, Via Tommei 5: Inizia l'attività assemblando piccoli apparecchi radio.

1950 - Via Curtatone 12: Si sviluppa con la costruzione diretta dei più importanti componenti radio.

1956 - Via Strigelli 13: Vengono prodotti a livello industriale i primi apparecchi a modulazione di frequenza.

1958 - Via P. Giordani 30: La televisione è ormai una realtà, alle industrie del settore si impone raddoppio dell'attività, perciò, sempre a Milano, si costruisce il primo "vero" stabilimento con 400 dipendenti.

1963 - Abbiategrasso, Via dante 45: Sulla scia del decentramento e del dilagante successo della televisione, si costruisce un'importante stabilimento che diverrà operante tra il 1968-70 che occuperà 800 dipendenti.

1990 - Abbiategrasso, Alzaia Naviglio: Consci della fisiologica importanza che la televisione ha nella società moderna, ricchi di esperienza e di mezzi, si inizia la costruzione di uno stabilimento su un'area di 120.000 m² di cui 30.00 coperti, 30.000 per la viabilità con parcheggi e 60.000 a parco alberato. Tutti, ma soprattutto la concorrenza mondiale, l'ha definito "unico" per la razionalità operativa e come luogo dove adempiere idealmente alle funzioni economiche della vita.
1930 - 2003


La fine della guerra (1945) diede inizio alla diffusione di massa della radio.
Infatti oltre allo sviluppo delle società esistenti vennero formate nuove società come: INCAR - NOVA - CONDOR - AUTOVOX - VOXON - BRION-VEGA - LIBERTAR - COSMOPHON - SINUDYNE - ULTRAVOX - TRANS-CONTINENTS - SELECO oltre ad una ventina di cosi dette RADIO CANTINA come la MIVAR che però nel giro di un decennio diedero del filo da torcere ai grandi nomi italiani e a quelli stranieri che nel frattempo calavano in Italia con marchi prestigiosi quali: TELEFUNKEN - GRUNDIG - SABA - NORDMENDE - RCA - WESTINGHOUSE - EMERSON - DUMOND - PHILCO - ADMIRAL.
Il confronto con lo straniero venne sostenuto egregiamente dalla nostra industria grazie alla componentistica nazionale che aveva nella GELOSO il suo leader.
Lo sviluppo del settore fu continuo anche perchè la televisione moltiplicò addetti e fatturato fino alla fine degli ANNI '60.
L'inizio degli ANNI '70 segnò l'avvio della sistematica eliminazione dei nomi importanti quindi gradualmente la sparizione di quasi tutte le società della componentistica in quanto cominciarono ad apparire nomi giapponesi con buoni prodotti finiti, ma soprattutto con evoluti componenti che accoppiati alle loro macchine assemblatrici davano vantaggi tali da non lasciare scampo ai nostri costruttori.
Furono infatti i nomi come: SONY - TOSHIBA - SANYO - FUJI - PANASONIC - MITSUBISHI - HITACHI a dare una mazzata agli italiani ed agli altri europei.
Quasi non bastasse tutto questo ecco i coreani con SAMSUNG - ORION - DAEWOO - GOLD STAR e ultimamente i TURCHI che stranamente hanno una produzione di T.V. quattro volte quella italiana.
Malgrado tutto la MIVAR detiene circa il 34% del mercato italiano e produce circa il 55% dei T.V. prodotti in Italia


 

mostra radio luglio 1950

mostraradio 145 low.jpg (133694 byte)

nova

  al 1951:L’AR48 realizzato dalla Radio Nova gode ancora delle facilitazioni concesse con un anno di abbonamento gratuito ed esente tasse.

 NOVA1945

 Questa coraggiosa ditta diretta dal Dr. Sandro Novellone coadiuvato da valenti collaboratori come il fratello ed Italo Prada, sta concretando i propri programmi. La direzione ed uffici sono stati trasferiti in via Cavour,5. Le novità sono un induttore variabile per la sintonia e l’applicazione su un apparecchio a cinque gamme d’onda dotato anche di labirinto acustico. La produzione dei gruppi Nova denominato tipo P ha superato il periodo di avviamento. Sono state approntate anche apparecchiature di soccorso per rimediare eventuali guasti. Si pensa di arrivare entro i primi di febbraio a produrre 100 gruppi giornalieri. Si pensa anche alla esportazione. L’ing. Franco Scandola è passato a dirigere l’ufficio commerciale. Proviene dalla tecnica: noto radioamatore si laureò al R Politecnico di Milano nell’autunno 1940. Fu caporeparto alla Telefunken-Olap, poi consulente di varie ditte tra cui la Stire di Bologna per le onde ultracorte e la Mial per strumenti di misura.

nova 125 low.jpg (771137 byte)nova 135 low.jpg (1181664 byte)nova 137 low.jpg (438077 byte)

                       marzo 1947                                        luglio 1948                                        gennaio 1949

nova 139 low.jpg (671107 byte)nova 141 low.jpg (744871 byte)nova 147 low.jpg (1420901 byte)

                     maggio 1949                                     agosto 1949                                                      luglio 1950

ora

ora 125 low.jpg (344514 byte) marzo 1947

orem

Il sig. Di Martino con l’ausilio finanziario di alcuni soci ha creato una nuova industria con criteri arditi. La OREM, Officine Radio Elettriche Meccaniche, via Durini,5,Milano, stabilimento a villa Cortese, Legnano.

Venendo incontro a nuove concezioni sociali ha immediatamente risolto il problema della compartecipazione della maestranza alle fortune dell’azienda. Parleremmo di socializzazione se questo nome non fosse legato a esperimenti di natura demagogica tentati dal passato regime. Qui la maestranza, costituita da uno scelto gruppo di artigiani, entra a far parte dell’elemento padronale in quanto ne condivide gli utili.

L’attrezzatura è pronta per la fabbricazione di condensatori variabili,trasformatori per tutti gli usi, cestelli e nuclei per altoparlanti, gruppi MF, AF, impianti completi e parti per i dilettanti. Nel campo dei ricevitori completi troviamo  “il Patriota”, speriamo che il nome sia ben augurante e si contrapponga ad altri nomi del tempo antico che hanno avuto meno successo anche se imposti dalla farraginosa burocrazia di un partito che ha fatto il suo tempo. Questo apparecchio verrà venduto con speciali condizioni e combinazioni agli ex partigiani e volontari della libertà.

Altri ricevitori avranno nomi di musicisti italiani. Un nome caro all’Amministratore è Bellini. Un grande radiofonografo verrà dedicato a Verdi.

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          gennaio 1946                                                     marzo 1947                                            marzo 1947

 

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                 gennaio 1948                                           luglio 1948                                                 gennaio 1949

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                  maggio 1949                                             agosto 1949                                             gennaio 1950

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               settembre 1951

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peba 145 low.jpg (818271 byte) genn 1950

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                      gennaio 1948                                        gennaio 1948                                            luglio 1948

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                  luglio 1948                                                           1953

philimagna

Philimagna

Italo Ninni titolare dei brevetti. Appare foto a fianco del famoso designer O:F. Henrich. A sinistra con rappresentante per la DanimarcaEgli è titolare animninni e o grue low.jpg (141482 byte)atore e esportatore di quest’Arte della Radininni philim 50 low.jpg (231002 byte)o. Ora collabora con Ninni per la diffusione del Philimagna all’estero. Ufficio in viale Coni Zugna MI

 

genn 1951philimagna 149 low.jpg (522687 byte)philimagna1 149 low.jpg (838284 byte)Philimagna successi all’estero e concessionari esteri nel nuovo mod. 30 la registrazione dura 30 minuti, con retromarcia istantanea senza alcun cambio ne movimento di leve. Brevettato

philips

philips 125 low.jpg (589452 byte)philips 135 low.jpg (630712 byte)philips 141 low.jpg (844287 byte)

                  marzo 1947                                                  luglio 1948                                           agosto 1949

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               gennaio 1950                                          luglio 1951                                                  luglio 1950

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           settembre 1952                                             settembre 1951                                         dicembre 1952

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              dicembre 1952                                       dicembre 1952                                                     1953

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                       1953                                                            1953                                                       1953

La storia di una delle più grandi multinazionali europee inizia il 23 ottobre 1889, quando il nome Philips appare, per la prima volta, negli annali dell'industria elettrica. In questa data, nella piccola cittadina di Zaltbommel (Olanda) un facoltoso commerciante di spezie e di tabacco, Benjamin Frederik David Philips (1830-1900) si mette in società con la Anglo-American Brush Electric Light Corporation Limited of London per costruire una fabbrica di lampade. Lo sviluppo dell'azienda fu poi merito di Anton Philips (1874-1951) che, dei due figli di Frederik (il fratello di Anton si chiamava Gerard), fu il vero imprenditore.

Ma veniamo alla presenza Philips in Italia. Nel 1919 ha avvio l'attività commerciale che si consolida successivamente (1928) con l'acquisto dello stabilimento Cruto di Alpignano, per la produzione di lampadine. Nascerà, così, la Società Anonima Italiana Philips con sede in via Pantano (Milano) ed una cinquantina di dipendenti.

Nel 1925/26 era iniziata l'importazione delle valvole. Il primo apparecchio radio arrivato sul nostro mercato (1927), che ebbe un certo successo, fu il mod. 2501 nella tipica conformazione che prevedeva altoparlante magnetodinamico esterno e raddrizzatore di corrente da rete, per eliminare il costoso accumulatore anodico. Seguì il modello 2634 con altoparlante incorporato nello stesso mobile dell'apparecchio. Nello stesso periodo, in una piccola officina di via Bianca di Savoia a Milano, iniziano i primi assemblaggi: telaio olandese e mobile in legno di fattura e gusto italico. Nel 1930 nasce un vero Reparto Costruzioni Radio situato in un piccolo stabilimento in via Rubens dove si produrranno anche condensatori ed altri componenti. Nel 1931 nuova sede più grande a Porta Venezia; i dipendenti sono ora 120 e nasce il primo Servizio di Assistenza Tecnica. Nel 1931 la nascente azienda italiana registra alcuni importanti riconoscimenti: Cesare Balbo sceglie di equipaggiare i suoi idrovolanti S 55 per la Trasvolata Atlantica con il ricevitore Philips 2802 (gamma da 10 a 2400 metri); qualche mese dopo Arturo Toscanini si complimenta per la qualità di ricezione del radioricevtitore Philips 2601 in suo possesso. L'industria della radio aveva vinto la sua battaglia: essere riconosciuta come fedele riproduttrice della musica sinfonica ed operistica, sino a quel momento udibile solo all'interno dei templi "istituzionali", come i teatri.

Nel 1936 Philips rileva una piccola fabbrica di valvole di Monza, La Zenith, che trasformerà negli anni in un complesso industriale, su standard Philips, per la produzione di una vasta gamma di valvole e, successivamente, anche di cinescopi. Nel frattempo la produzione di radio aumenta e, già agli inizi degli anni '40, si producono i primi televisori. Il prototipo, che dati gli eventi che andavano inconbendo non ebbe vita commerciale, aveva 16 valvole ed uno schermo di 31 cm (prezzo L. 15.500). Il mobile, imponente, aveva lo schermo nella parte superiore e l'altoparlante in quella inferiore.

La Seconda Guerra Mondiale blocca tutto ed arreca danni incalcolabili alle strutture produttive Philips di Milano. Si ricostruisce a Monza ripartendo con le valvole (sia europee, sia americane noval e miniatura). Due nuove fabbriche sorgeranno a fianco di quella delle valvole: per la produzione di apparati medicali (Metalix) e per gli apparati radio e grammofonici. Nel 1959 Philips inizierà la produzione di diodi al germanio e nel 1960 quella dei transistori.

La storia degli ultimi anni ha ormai cancellato qualsiasi traccia di produzione nazionale e ridotto i campi di attività Illuminazione, Medicali e Consumer Electronics (core business) alla sola commercializzazione. In qualche modo si è tornati alle origini.

 

phonola

vedi storia su reclames1

phonola 129 low.jpg (1072826 byte)phonola 141 low.jpg (931276 byte)phonola 153 low.jpg (895459 byte)

                   agosto 1947                                              agosto 1949                                        settembre 1951         

phonola 158 low.jpg (1136052 byte)phonola 159 low.jpg (579976 byte)phonola 16x low.jpg (413595 byte)

               settembre 1952                                           novembre 1952                                                  1953

protex

protex 125 low.jpg (1476668 byte)  marzo 1947

Radio Union 1945

Società in accomandita semplice, direzione via Venini, 53, Milano, Stabilimento Cernusco sul Naviglio.

La costituzione della Radio Union risale all’aprile 1944 e l’iniziativa industriale fu promossa dal sig. Luigi A. Fortis al quale, successivamente, si associò il sig. Gino Tonoletti. La Radio Union presenta oggi una gamma di prodotti che riassume la lunga esperienza dei promotori. Di particolare rilievo il ricevitore RD7, supereterodina a cinque valvole, quattro gamme d’onda, che presenta tutte le caratteristiche del ricevitore di classe; il mobile è stato studiato per avere una linea estetica molto elegante e armoniosa. Il ricevitore RD8, cinque valvole, sette gamme d’onda racchiude in se tutti i ritrovati della più moderna tecnica radiofonica. Per migliorare la ricezione delle onde corte si è suddivisa la gamma in sei sottogamme, una per gruppo di stazioni emittenti. La dilatazione così ottenuta facilita la ricerca delle stazioni. Con l’adozione di un complesso di alta frequenza di originale concezione ed impiegando materiali a bassissima perdita si è ottenuta stabilità e sensibilità. Le particolari condizioni di sfruttamento delle valvole hanno permesso di ottenere una linearità di risposta e grande potenza. Ambedue gli apparecchi hanno un particolare sistema di sintonia a demoltiplica brevettato. Si sta allestendo anche una produzione di strumenti di misura a radio frequenza, la cui carenza oggi è molto sentita.

 

radionda

radionda 147 low.jpg (411092 byte)radionda 149 low.jpg (409694 byte)  

                 luglio 1950                                                  gennaio 1951

refit

refit 137 low.jpg (144118 byte) gennaio 1948

rimlock

rimloch 121 low.jpg (285995 byte)rimloch 131 low.jpg (802089 byte)rimlock 133 low.jpg (785099 byte)

              gennaio 1946                                               novembre 1947                                          gennaio 1948

rimloch 141 low.jpg (830465 byte)      agosto 1949

safar

vedi storia su reclames1

SAFAR al 1945:

la Società non ha perduto nessun elemento direttivo, non ha subito licenziamenti e tutti sono rimasti al proprio posto quando il lavoro... non c'era. L'ing. Carenzi ha intenzione di riprendere regolarmente la produzione e presenta tre nuovi modelli di radio civili.

 

safar 126 low.jpg (846186 byte) marzo 1947

 

salvan

salvan 129 low.jpg (209685 byte)salvan 135 low.jpg (359608 byte)salvan 137 low.jpg (321345 byte)

              agosto 1947                                                 luglio 1948                                                 gennaio 1949

salvan 145 low.jpg (344810 byte)salvan 149 low.jpg (298762 byte) 

                  gennaio 1950                                            gennaio 1951

SAMPAS 1945

 Una sistemazione provvisoria in via Savona per poi trasferirsi in via Adamello. Era urgente tornare a Milano dopo tre anni di decentramento a Camerata, in quel di Como.

SAMPAS, Soc. An. Magneti Permanenti Altre Specialità. Si tratta di una delle industrie del nostro ramo che non ha perduto un solo elemento nella sua preziosa specializzazione.

 

savigliano

vedi anche specifico su indice

La Radio Savigliano al 1945 46 ha ripreso la sua attività

savigliano 129 low.jpg (555159 byte)savigliano 137 low.jpg (735056 byte)savigliano 141 low.jpg (738165 byte)

                  agosto 1947                                              gennaio 1949                                           agosto 1949

savigliano 145 low.jpg (365837 byte)savigliano 149 low.jpg (401230 byte)savigliano 153 low.jpg (918426 byte)

                      gennaio 1950                                         gennaio 1951                                             settembre 1951

SIARE al 1945:

via Durini a Milano, sede della direzione commerciale. Si trovano ancora Pippo Fontana ed Oppici, vecchie conoscenze in SIARE. La produzione riprende e si è visto un nuovo apparecchio sistemato in una custodia in dermoide a vari colori, munito di scala parlante a termometro e provvisto di una chiusura anteriore a saracinesca. La SIARE è riuscita a salvare dagli attacchi aerei e dalla rapacità teutonica il laboratorio (pensate un po’, i tedeschi avevano portato via la Fiat 1500 del Direttore e la X (decima brigata) ha sequestrato la bicicletta al fattorino!), e tutto è in piena efficienza.

 

sibrems

sibrems 141 low.jpg (426792 byte)sibrema 145 low.jpg (192678 byte)  

              agosto 1949                                                    gennaio 1950

siemens

per Siemens progettarono i designers Roberto Menghi e Rodolfo Bonetto.

SIEMENS al 1945: Jacobacci afferma che nell'industria radiotecnica tutto il settore radio professionale è stato colpito in modo assai grave dagli avvenimenti militari e politici che si sono svolti. Non conviene scioglierlo affrettatamente ma convertirlo alla produzione civile senza farsi eccessive illusioni. 

La guerra aveva portato ad un notevole grado di sviluppo l'industria radio, perciò si sono formate numerose maestranze ed un buon numero di tecnici in grado di operare. Come potrà il mercato assorbire la produzione necessaria a tenere occupate le maestranze, quali sono i mezzi più adatti per risvegliare il mercato?

Jacobacci punta a scuotere la stampa del settore e porre l'attenzione del governo a non gravare eccessivamente l'industria radio. Oggi tra tasse radiofoniche, bolli di quietanza, tasse di solidarietà nazionale, oltre il 22% di carico finale grava sul prezzo di acquisto di un ricevitore. Rinforzare le trasmissione dell'ente EIAR dall'attuale crisi.

Finché non avremo a disposizioni le normali valvole e finché non avverranno notevoli varianti nei sistemi di trasmissione, quale  la modulazione di frequenza e l'uso di onde ultracorte per il servizio di radio diffusione non c'è da aspettarsi novità rivoluzionarie.

Il tipo intermedio di ricevitore andrà a scomparire. L'esportazione è probabile; la produzione italiana è sempre stata apprezzata e l'eliminazione della produzione tedesca, sistematicamente invadente, dovrebbe permettere all'Italia di espandersi nei Balcani, Nord Africa, Spagna e Francia meridionale. L'apparecchio radio è povero di materie prime e ricco di manodopera  e la sua produzione è tipicamente adatta all'Italia. Il traffico dovrà essere però improntato alla massima correttezza commerciale. Senza voler fare dell'autarchia si pensa che il governo non permetterà che denaro italiano vada all'estero per tutto quello che si può fare bene in casa.

Si accenna alle riviste tecniche le quali nel periodo nero della guerra e dei torbidi politici sono uscite..."un po’ per celia e un po’ per non morir..."

siemens 121 low.jpg (1096546 byte)siemens 131 low.jpg (267021 byte)siemens 137 low.jpg (1005083 byte)

               gennaio 1946                                            novembre 1947                                      gennaio 1949

siemens 141 low.jpg (727496 byte)siemens 149 low.jpg (2150783 byte)siemens 153 low.jpg (426537 byte)

            agosto 1949                                                      gennaio 1951                                        settembre 1951

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                  gennaio 1952                                            genn 1952                                                 gennaio1953                                  

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                     1953                                                                1953

sintomagic

sintomagic 147 low.jpg (957780 byte)sintomagic 153 low.jpg (1984975 byte)  

                     luglio 1950                                          settembre 1951

Sinudyne

Sinudyne - Società Elettronica Italiana era un produttore italiano dell'elettronica di consumo, in particolare nel settore degli apparecchi radio-televisivi. Fu fondata nel 1946 da due soci: Sig. Antonio Longhi e il Sig. Bruno Berti, in provincia di Bologna, ed ebbe un buon successo a livello nazionale, con una diffusa rete di rivenditori e di assistenza. Negli anni '80 il suo nome fu associato anche ad una delle maggiori squadre di pallacanestro bolognesi, la Virtus Bologna. Nei primi anni del 2000 l'azienda, rimasta sempre a conduzione familiare, fu ceduta al Gruppo Merloni S.p.A. ed iniziò un periodo di declino, che si concluse con la chiusura degli stabilimenti di Ozzano dell'Emilia, avvenuta il 31 agosto 2006.

stock

stock 137 low.jpg (752655 byte) gennaio 1949

SUPERLA al 1945:

...la situazione economico-finanziaria italiana, sebbene fluida e non stabilizzata, lascia intravedere una ripresa del ritmo del lavoro. In quanto all'industria radio, molte fabbriche, un tempo nominatissime sul mercato, sono restate nell'ombra in questo periodo sia perché intente a riunire i vari reparti decentrati e suddivisi, sia perché occupate a ricostruire gli stabilimenti devastati dall'ira furiosa della guerra. La Radio Superla che, colpita due volte nelle incursioni aeree del maggio 1944 ebbe lo stabilimento di viale Masini completamente distrutto. Il dott. Margotti, da tempo condottiero delle vittoriose battaglie della sua ditta afferma che nella prossima stagione vuole che la Superla riprenda il suo posto in prima linea conquistato in 14 anni di ininterrotto lavoro e che gli eventi bellici non hanno potuto cancellare. Sebbene completamente mutilata ha continuato, parzialmente, dal luglio 1945 la propria attività con mezzi di fortuna, ma adatti allo scopo, una sede provvisoria in via Carlo Alberto, 14F. Con il primo settembre ogni attività verrà ripresa a ritmo normale e centro di tutto questo è lo stabilimento costruito ex-novo a Crespellano. La sede sociale e la direzione generale non si sono staccate dalla vecchia residenza e rimangono a Bologna. Alla Fiera di Milano saranno presenti col lancio di nuovi, originali modelli ed un interessante gamma di articoli per l'elettrodomestica.  

S.A.Radio Superla (Cresa Radio)

L'azienda Cresa Radio, con sede inizialmente a Modena, importava alla fine degli anni '20 (inizio '30) radioricevitori americani ERLA (le classiche radio a cassetta). Successivamente le forti tasse di importazione costrinsero a modificare la politica aziendale, fondando la Superla Radio Cresa (Super-Erla) con stabilimento di produzione a Bologna. Questo accadeva verso la metà degli anni '30. Vennero privilegiate, sino dagli inizii, linee architettoniche evolute e sofisticate per la produzione dei proprii apparecchi radio. Legni pregiati sia per i modelli a soprammobile sia per le lussuose "consolle". La sintonia automatica, su stazioni preselezionate, era disponibile su molti modelli prodotti nei diversi periodi. La Organizzazione Commerciale copriva le principali capitali italiane, ma dopo la guerra la sua penetrazione sul mercato diminuì progressivamente, sino a divenire un semplice marchio commerciale su prodotti di terzi (Europhon).

 

tefifon

tefifon 160 low.jpg (678655 byte) gennaio 1953

telefunken

telefunken 147 low.jpg (809219 byte)telefunken 153 low.jpg (141185 byte)  

                   luglio 1950                                                settembre 1951

trans continents (Prandoni)

Trans Continents Radio, Cassano d’Adda, signor e signora Prandoni:Trans Continents Radio (Prandoni) al 1951
A Cassano sono in pieno lavoro. Stabilimenti ampliati

trans continents 135 low.jpg (861007 byte)transcontinent prandoni 143 low.jpg (835660 byte)trans continent 145 low.jpg (410535 byte)

                   luglio 1948                                               ottobre 1949                                          gennaio 1950

transcontinents 155 low.jpg (1543966 byte)  gennaio 1952

 unda

La fabbrica della UNDA era situata nel cuore di un abetaia, a 1250 metri sul livello del mare, ma era degna piuttosto di essere situata nel cuore di una metropoli. Sorse infatti a Dobbiaco, nella parte di lingua tedesca delle Dolomiti.

Venne fondata il 22 agosto 1925 da un giovane ventitreenne, Max Glauber di origini austro-ebraiche con un capitale iniziale di 75000 lire. Impiegava 15 operai. La denominazione era Unda Società per la Fabbricazione di Apparecchi di Meccanica Fine. La sua meccanica di precisione si sviluppò nella produzione di accessori e parti staccate per la nuova disciplina, la radio, esportando anche all’estero.

Alla Fiera di Milano del 1926 già si presenta con i suoi prodotti apprezzati anche dagli allora radiodilettanti. Per loro nel 1927, sempre alla Fiera, si presenta con una scatola di montaggio completa per la realizzazione di un apparecchio radio a neutrodina, nel 1928 già presenta una supereterodina a comando unico con la MU18.

Fin dall’inizio Max Glauber fregia i suoi prodotti col motto “la marca di fiducia” e si affidò all’organizzazione commerciale di Th. Mohwinkel di Milano, rappresentante di altre ditte elettriche.

Nel 1932 entra in società con i fratelli Ammon di Bolzano. Walter Ammon fu presidente del Consiglio di Amministartore e Max Gruber Consigliere delegato e Direttore Tecnico. La ragione sociale divenne UNDA RADIO SAGL, capitale di 500000lire.

Nel 1932 presenta una supereterodina a controllo automatico del volume, anticipatori di questo perfezionamento nella radio,la MU60.

Divenne fornitrice di apparecchi per l’Ente Radio Rurale fornendone bel  sette modelli diversi.

Nel 1934 presenta la serie Triunda con la famosa valvola Wunderlich per la rivelazione a doppia semionda.

Nel 1935 il Quadriunda con un radiofonografo a 10 valvole. Due anni dopo il Super Quadriunda e la Radiobalilla.

Nel 1937 si trasforma in Società Anonima, capitale 1200000lire. Le maestranze arrivarono a 200 operai specializzati, dando lavoro a tutta la Val Pusteria.

Furono progettati apparecchi radiotrasmittenti per collegare i rifugi alpini al fondo valle che vennero impiegati anche dalla Regia Aeronautica  a scopo meteorologico.

Nel 1939 il Sexunda , un modello del quale, il 761 fu donato al Duce.

Nel 1940, in primavera, gli accordi con la Germania prevedevano il trasferimento dei Sudtirolesi di lingua o cognome germanico nel Reich. Molti dovettero cambiare cognome, se volevano rimanere in Italia, perdere la loro identità linguistica ed etnica ed obbligo di obbedienza al Duce. La Unda si trasferisce in via Mentana 20 a Como.

Il nuovo stabilimento, malgrado le difficoltà, fu inaugurato con la presenza di alti gerarchi fascisti. Però la Unda non si inserì tra i produttori del nuovo apparecchio popolare modello Roma.

Durante la guerra si paralizza la produzione di apparecchi civili e vengono messi in produzione apparecchio come la stazione RB30, per i caccia italiani e la RB30Tbis su progetto dell’Allocchio & Bacchini, oltre ad apparecchiature come il ricevitore RR2 ed il trasmettitore TPR2 per la Regia Marina, progettati dalla Marelli.

Nel 1943 inizia la produzione di strumenti di misura, progetti Fausto. Nel 1945 presenta la Octaunda, a nove valvole, una ricchezza per quel periodo difficile, in tutti i sensi.

Nel 1948 la ANIE lanciò le specifiche di un apparecchio popolare che non costasse più di 26000 lire, l’AR48, e la Unda ne presentò una versione perfezionata.

Nel 1951 la Unda si inserì nella presentazione della televisione col Mod. 22/1, 42 valvole, immagine di 25 quadri a 625 linee, standard americano di allora.

Nel 1950 aveva presentato il primo ricevitore a modulazione di frequenza.

Si inserì nella produzione di elettrodomestici e nella realizzazione di apparecchi Alta Fedeltà, ma senza successo.

 Nel 1957 problemi finanziari, analogamente ad altre Ditte italiane del settore, e nel 1858 si avviò la procedura di amministrazione controllata. Vi furono proposte di acquisto dal gruppo INFIN, il salvaindustrie, dalla Magnadyne, che era però nelle stesse condizioni. L’acquirente fu la CGE che acquistò il marchio. La Unda da allora non potè più produrre radio e TV e nel 1958 divenne FASE, fabbrica apparecchi e strumenti elettrici.

 Lo stabilimento di Como passa alla Miralanza e la produzione radio rimane alla CGE se pur la rappresentanza rimane a Th. Mohwinkel.

 Nel 1959-60 una radiolina a transistor viene marcata Unda.

Unda Radio:
dal 48 laboratorio per la TV, dir. ing. Boselli.

 un film è stato prodotto da Radio Bolzano.

Unda

caratteristica questa nostra Industria situata ai confini d’Italia, a Dobbiaco (Alto Adige) venne fondata nel 1925, col programma di fabbricare parti staccate di apparecchi radiofonici

Nel gennaio del 1927 affidava gli affari commerciali della sua azienda alla Ditta TH. Mohwinckel di Milano, che diede un nuovo gagliardo impulso a questa nostra industria, iniziandone l’esportazione, oggi (1928) in piena efficienza, verso il Belgio, Finlandia, Norvegia, Olanda, Polonia, Svezia e Svizzera.

Il segreto del successo dell’Unda è molto semplice: fabbricazione di pochi pezzi in grande serie,aggiornati continuamente secondo il progresso tecnico incessante della radio, di un prodotto di buon mercato.

Infatti il prezzo di un condensatore variabile Unda è alla pari con quelli di più scadente fabbricazione provenienti dall’estero segnatamente dalla Germania e di molto inferiore a quelli che possono gareggiare per bontà costruttiva.

Il condensatore Unda infatti presenta tutti i pregi che si possono richiedere da un buon condensatore quale, ad esempio, lamine intestate in un’unica barra di comando, con esclusione totale di rondelle divisorie che ormai sono inammissibili , montaggio su sfere, assenza di contatti striscianti, isolanti ridotti ai minimi termini, albero sfilabile, possibilità di montaggio in tre posizioni (per manopole europee, americane e  montaggi in tandem).

Tutta la fabbricazione è esclusivamente fata nei laboratori Unda che possiede anche impianti galvanotecnici per la nichelatura ed argentatura dei vari pezzi.

La vendita dei prodotti Unda aveva incominciato a risentire di una concorrenza sfrenata, fenomeno che si verifica dolorosamente in molti articoli ed in maniera cronica nelle valvole termoioniche, e che è stato dalla TH. Mohwinckel coraggiosamente affrontato e risolto, rifiutando il rifornimento a quei rivenditori che, senza necessità e ragione, svendevano il materiale Unda. Sicchè oggi i prezzi imposti dalla Ditta sono bassi, accessibili a tutti e vengono rigorosamente rispettati, ciò che ha dato un nuovo e rigoroso impulso alle vendite.

 Oltre i condensatori, che sono il cavallo di battaglia, l’Unda costruisce reostati, interruttori, zoccoli per valvole, amplificatori di bassa frequenza e scatole di montaggio per neutrodina. Tutta la produzione oltre ad essere finita nei dettagli è anche ben presentata.

 Sig Th. Mohwinckel così come lo vedete, un giovane simpaticissimo (occhiali all’Harold), cordialissimo, ultradinamico, accaparratore di tutte le rappresentanza, dall’ebanite di Trunn e Son all’Unda.

 

 

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           marzo 1946                                                  marzo 1947                                             maggio 1947

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               maggio 1947                                             gennaio 1949                                            gennaio 1949

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                maggio 1949                                            maggio 1949                                               agosto 1949

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                      agosto  1949                                             luglio 1950                                         luglio 1950

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              luglio 1950                                                 settembre 1951                                       1953

unda 16x low.jpg (288563 byte)  1953

da radiocommercio giugno luglio 1928

 

 

vara

 

La VARA al 1945 dopo un interruzione di circa tre anni dovuta a persecuzioni politiche, ha ripreso il proprio lavoro, con la costruzione di apparecchi di tipo popolare e tipo di gran classe e produzione di pezzi staccati, strumenti di misura

 

vara 121 low.jpg (173487 byte)vara 125 low.jpg (296926 byte)vara 131 low.jpg (283268 byte)

            gennaio 1946                                                 marzo 1947                                                novembre 1947

vara 137 low.jpg (226962 byte)vara 141 low.jpg (383793 byte) 

                      gennaio 1949                                           dicembre 1949

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vega 131 low.jpg (451171 byte) nov 1947

varie

vertola

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              gennaio 1947                                            novembre 1947                                           gennaio 1948

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                  ottobre 1949                                            gennaio 1951                                              settembre 1951

vis

vis 125 low.jpg (1092242 byte)vis 160 low.jpg (453680 byte) marzo 1947

 dic 1952

Vorax 

Vorax Radio 1951
L’ing. Dedini coordina la produzione di materiale per dilettanti o non. Produzione e importazione di minuterie varie e di nuovo producono accessori per TV.

voxon

la Voxon si avvalse di designers come Rodolfo Bonetto.

decennale Voxon Faret trasferita a Firenze?  1952 Dinghy,1954 Startelet tascabile la prima nel mondo con valvole subminiatura, 1957 tekevisore primo con cinescopio corto 110 gradi, 1959 Vanguard autoradio con antenna nello specchietto. Ing Piccinin presidente

1987

Voxon Nel momento del suo massimo splendore ha raggiunto i 2400 dipendenti ed era diventata una delle maggiori industrie italiane nel settore audio-video. Adesso è in amministrazione straordinaria e i 1350 dipendenti rimasti sono in cassa integrazione. La Voxon non è mai stata accolta nella Rel, anche se il 13 febbraio 1986 il Cipi ne ha approvato il salvataggio, accettando il progetto della costituzione della Nuova Voxon con un azionista americano (Toreson Industries Italia) e la Rel impegnati con quote rispettivamente del 51 e del 49%. La Rel si impegnava a concedere finanziamenti per 25 miliardi di lire. Attraverso la Nuova Voxon la Toreson intendeva produrre monitor e terminali per il mercato europeo. Senonché la delibera governativa, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 14 marzo 1986, non è stata mai applicata. In questa maniera tutti i dipendenti della Voxon sembrano destinati a finire in un' azienda Gepi. Questi due problemi saranno naturalmente al centro del vertice BattagliaLupo

 

1987

ROMA Se fosse stata attuata la deliberazione del Cipi riguardante la costituzione della società Nuova Voxon fin dal febbraio ' 86 sarebbe stato possibile dare lavoro a 300 persone nel settore dell' alta tecnologia. E' questa la sconcertante costatazione che risulta dall' azione condotta dai legali della Toreson industries Italia,la società Usa che è entrata nel capitale della Voxon, per indurre la Rel, che doveva partecipare alla società, ad attuare quanto fino ad ora è stato considerato atto dovuto e cioè il soddisfacimento di un disposto Cipi, comitato interministeriale che agisce collegialmente in base ai piani presentati dai ministri, nel caso specifico dal ministero dell' Industria. Cesare Orlandini, amministratore della Toreson, ritiene che quanto avvenuto sia conseguenza della vicenda Nuova Autovox e degli argomenti che tale azienda ha saputo trovare tanto da farsi prima dichiarare polo nazionale dell' autoradio (inducendo un grave ritardo nella presentazione dei piani Nuova Voxon che dovettero essere modificati). Poi a disastro economico e sociale avvenuto e a mercato dell' autoradio perduto per l' Italia, si tenta ancora di mettere in piedi cordate di salvataggio con la mira di ottenere altro denaro pubblico finalizzato più che al salvataggio del poco che resta, a non far emergere responsabilità. Sul versante Voxson da parte sindacale si apprende che è in corso il licenziamento di 1.300 persone che dovranno essere riassorbite da una società costituita dalla Gepi.

Quindi la Rel ha impegnato più di 400 miliardi per veder soccombere la Voxson mentre per rimanere nell' area romana l' altra importante azienda esistente, l' Autovox, è stata portata ad un secondo insuccesso causato da un' improvvida gestione. - nostro servizio

 

Da molte indagini sui sequestri degli anni Settanta - l' epoca d' oro dei rapimenti - emerse una connivenza tra la malavita romana e quella marsigliese. Un connubio che operò nel ' 75 nei rapimenti del presidente della Voxon Amedeo Maria Ortolani e del figlio del "re del caffè" Alfredo Danesi.

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                 dicembre 1952                                               1953

watt

vedi storia su reclames1

al 1946  Watt radio

 In occasione della partecipazione alla Mostra della Meccanica a Torino, il Rag. Soffietti ha precisato le linee di massima del suo programma industriale: ricevitori domestici, radiotrasmettitori fissi e mobili, amplificatori ed impianti elettroacustici, altoparlanti,microfoni,strumenti di misura.

Collaterale alla Watt la ditta commerciale SICAR che svolge attività di rappresentanza.

La Watt Radio al 1945 pur restando pronta a scendere in lizza con produzione di ottima qualità, sembra attenda al vaglio la clientela nazionale ed estera.

 

watt 132 low.jpg (258644 byte) nov 1947

westingouse

westinghause 16x low.jpg (456012 byte)1953

 

zedapa

zedapa 131 low.jpg (1679806 byte) nov 1947

zenit

zenit 135 low.jpg (322306 byte)zenit 137 low.jpg (460873 byte)zenit 139 low.jpg (511631 byte)zenit 145 low.jpg (412172 byte) luglio 1948 genn 1949 maggio 1949 genn 1950