Il ricevitore francese GMP a 4
valvole è costruito con criteri piuttosto antichi: le induttanze sono a tela di
ragno e la commutazione tra le prese è fatta con commutatori a bottoni. Anche i
reostati dei filamenti sono costruiti da segmenti di filo resistivo connessi tra
i terminali di altri commutatori a bottoni. L'antenna arriva direttamente alle
bobine piatte montate sulla fiancata sinistra e connesse anch’esse con un
commutatore a bottoni. Il variabile, con regolazione fine a verniero, cioè un
altra lama rotante comandata da un albero coassiale al principale, può essere
connesso in serie od in parallelo alla bobina. La griglia, tramite l'induttanza,
vede la terra che può essere connessa direttamente al negativo dei filamenti od
al positivo, sempre dei filamenti mediante una resistenza formata da un certo
numero di spire di filo resistivo avvolto in aria.
Questo per aggiungere dello smorzamento all'antenna nel caso di difficile
spegnimento delle oscillazioni.
Quando la terra è connessa al negativo il funzionamento è quello classico a
radiofrequenza, altrimenti si perde anche linearità. La placca della prima
valvola è connessa alla griglia della seconda, rivelatrice, tramite capacità e
resistenza verso il positivo dei filamenti, nello stesso tempo è connessa ad un
circuito di induttanza e capacità variabile in parallelo. L'induttanza è
analoga alla prima, con commutatore a bottoni ed è collocata internamente alla
fiancata destra, ovvero più lontana possibile dalla prima. E' tramite questa
induttanza che la placca della radiofrequenza vede l'anodica di 80 volt. La
placca della rivelatrice può vedere od il primario di un trasformatore audio
che poi va alla prima amplificatrice audio e così di seguito alla seconda e poi
all'altoparlante. Altrimenti può essere commutata direttamente all'altoparlante
o cuffia. In questo caso il secondo reostato a bottoni dei filamenti va messo in
posizione di spegnimento delle valvole ed è in questa posizione che un
eccentrico inserisce un conde
nsatore
alle connessioni dell'altoparlante, che serve ad eliminare la radiofrequenza che
altrimenti era eliminata attraversando i trasformatori.Tra la placca del
rivelatore e la griglia della prima valvola c'è un condensatore variabile
costruito in forma di settore piuttosto piccolo che porta una reazione di tipo
capacitivo. Questo sistema piuttosto primitivo e'in ausilio od in alternativa
con la reazione che si ottiene col semplice anode tuning,bche sfrutta
l'instabilità di una valvola che ha un circuito risonante all'ingresso ed uno
all'uscita. In questo modo, invece di lasciare un poco di reattanza induttiva
sull'anodo, il circuito anodico può risuonare perfettamente sulla frequenza in
arrivo. Chiaramente la regolazione sarà piuttosto critica ma si possono
ottenere ottimi risultati. Il ricevitore ha i fianchi, il dietro ed il sopra di
legno lucido, il frontale di ebanite. Le valvole sono esterne, superiori
analogamente al CREO che però ha il sopra in ebanite. Ci sono due comandi anche
sul sopra, ovvero la commutazione del potenziale della terra e la posizione 2 o
4 valvole.. Il cablaggio è fatto alla maniera degli anni '10 ovvero filo
flessibile isolato in cotone e coperto di una specie di tubetto sterling e
tirato abbas
tanza
disordinatamente per il percorso più breve. Un unica valvola inserita in un
circuito a reazione è praticamente l'ideale di semplicità e prestazione che si
possono ottenere con una valvola o con un transistor. Un circuito di antenna
introduce nel circuito uno smorzamento dovuto alla resistenza spesso elevata del
sistema terra antenna, inoltre la funzione rivelatrice, che è poi quella che
preleva l'energia dal segnale, proprio per questo fatto introduce anch'essa uno
smorzamento rilevante. Perciò nel semplice circuito senza reazione questo si
traduce in basso guadagno e scarsa selettività. Se si introduce la reazione,
ovvero se si rimanda indietro il segnale amplificato in fase con quello
d'ingresso, gli smorzamenti di questi due circuiti vengono eliminati o ridotti
fino a fare in modo che l'energia introdotta sviluppi un oscillazione. Con un
circuito così semplice si parla di raggiungere in CW una sensibilità
dell'ordine del microvolt, riferita ad un ingresso di 50 ohm, ma dato che
l'ingresso di questo circuito ha u
n impedenza molto superiore si può parlare
del più realistico centinaio di microvolt in fonia. Più siamo bravi, più
riusciamo a sfruttarne la sensibilità, non c'è il fenomeno del sovraccarico ed
il volume è adeguato per un ascolto in cuffia anche per i più piccoli segnali.
Se ci vogliamo spingere ancora verso segnali più deboli è perfettamente inutile amplificare l'audio, ovvero dopo questo circuito: dato che la resa in tensione della rivelazione è quadratica, ovvero dimezzando il segnale l'uscita si riduce di quattro volte, ovvero un sedicesimo di potenza, i segnali molto piccoli rimangono sommersi nel rumore. La soluzione è ovviamente di amplificare la radiofrequenza prima dei arrivare al rivelatore, raddoppiandola aumenteremo la potenza di 16 volte.
Il problema è che un amplificazione a radiofrequenza non si sposa bene con questo circuito che da solo, adottando un circuito adatto ed ottimizzando i parametri, darà una resa dolcissima, con un amplificazione a radiofrequenza diventerà bizzosissimo e mal controllabile. Naturalmente l'amplificazione a radio frequenza viene introdotta perchè è l'unica chance, ma con grossi problemi.
E'molto interessante vedere le soluzioni adottate nei ricevitori che erano in commercio nei primi anni '20 e che cercavano di risolvere questo problema: i più comuni erano a tre valvole, una rivelatrice e due audio, l'audio serviva soltanto per permettere l'ascolto in altoparlante. Altrimenti erano 4 valvole, con la prima a radiofrequenza, oppure a 5 valvole, due a radiofrequenza, usando i più svariati accorgimenti.