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              RAFFAELE STIATTESI 

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Leggesti su Luce ed amore le sandalate francescane affibbiate al nero piattolone di Quarto?

Così si esprime il francescano Atto Maccioni in una corrispondenza con padre Alfani dell’Osservatorio Ximeniano di Firenze. Qui sta parlando di Raffaello Stiattesi, direttore dell’Osservatorio di Quarto Fiorentino che, per tante ragioni e senza parlare delle invidie, non era molto amato dai suoi omologhi. Di lui non appaiono biografie ne notizie nelle varie opere enciclopediche e se ne è perduto il ricordo. Io mi riferisco ad un suo carteggio recentemente acquisito dall’Archivio Arcivescovile di Firenze e devo alla gentilezza degli addetti se ho potuto consultarlo 

Nato a Firenze il 21 marzo 1867, libero docente di Fisica Terrestre fu educatore del giovane conte Pietro Bastogi, figlio di Giovannangelo. Nel 1896, portata a termine la di lui educazione scientifica presso l’Osservatorio Metereo-Sismico impiantato nel Palazzo Bastogi dalla famiglia del Conte presso  in via Cavour a Firenze, ebbe in premio i mezzi di fondare un proprio Osservatorio nei pressi di Firenze con parte degli strumenstiattesiSenza titolo-4 bassa.jpg (528242 byte)ti donatigli dal Bastogi integrati da finanziamenti.

Sul colle di Quarto era vacante da 28 anni una piccola Parrocchia della quale si fece Parroco e, su terreni e fabbricati dello stato, mise in opera il suo progetto. Nel contempo il patrimonio immenso della famiglia Bastogi venne a dissolversi e cessarono le somministrazioni di danaro per i lavori. Stiattesi dovette arrangiarsi da allora in poi col proprio stipendio di parroco integrato da proventi di perizie private e da quelli di numerose, brillanti conferenze, che faceva per tutta Italia, ed anche a Trento (Austria di allora) dove, subito prima della 1° GM, si buscò una condanna a morte a causa di accenni che aveva fatto all’italianità del territorio.

Per la sezione sismica l’Osservatorio fu dotato di vari tipi di sismografi e di uno di enormi dimensioni, il pendolo orizzontale Stiattesi, fissato ad una solida roccia. I suoi pendoli orizzontali si espansero anche in altri celebri Osservatori. Erano costituiti da due masse di 250-500 kg disposte ortogonalmente su due telai incernierati alla parete. La disposizione dell’asta in orizzontale, permetteva di far equivalere un’asta di dimensioni modeste ad una lunga decine di metri nei normali pendoli verticali. Le masse erano disposte in modo di distinguere i moti N-S  d E-W e di registrarli, tramite un braccio a leva moltiplicatrice, su due rulli rotanti rivestiti di carta affumicata.

Penso che i problemi di rapporto che Stiattesi ebbe con gli altri Studiosi fossero a causa di quel pendolo: il pendolo, nella versione originarstiattesiSenza titolo-6 bassa.jpg (93551 byte)ia, soffriva di delle ondulazioni proprie che falsavano la lettura. I vari Osservatori che erano stati forniti di questi pendoli, riducevano queste oscillazioni col metodo dello smorzamento, cosa che Stiattesi assolutamente vietava, scagliandosi non troppo educatamente coi malcapitati.

Peraltro dotò l’Osservatorio dei più sofisticati strumenti acquistandoli in Francia ed in Germania dalle più celebri case costruttrici, oltre un attrezzato laboratorio chimico con reagentario per l’analisi delle sostanze che ricercava nel sottosuolo, principalmente l’acqua e la sua purezza, lavoro che gli veniva commissionato da tutt’Italia.

Impiantò un telescopio rifrattore dotato di una lente di 28 cm, di costruzione francese (misura considerevole).

Nei primi anni del ‘900, in particolare dopo i disastrosi terremoti che colpirono la Sicilia e la Calabria, molti studiosi cercarono di realizzare strumenti che potessero prevedere quei disastrosi avvenimenti: Atto Maccioni, all’Osservanza di Siena, ne aveva realizzato addirittura uno che era sensibile alle onde radio che si pensava precedessero i terremoti (1909). Stiattesi invece aveva realizzato un bilico con un’asta di ferro lamellato una estremità della quale era circondata da una bobina collegata a due diverse terre. Il complesso veniva tarato per l’equilibrio dato dall’effetto magnetico di un’altra bobina nella quale scorreva la corrente di una pila e quella collegata alle correnti terresti, la cui intensità variava in occorrenza di squilibri sotterranei che potevano causare eventi sismici. Ne furono forniti in vari Osservatori ed attualmente ne è visibile uno nel sottosuolo dell’ex CollegiostiattesiSenza titolo-2 bassa.jpg (144142 byte) della Querce a Firenze. Stiattesi addirittura collocò sulla torre del suo Osservatorio, visibile da Firenze, una lampada a luce verde ed una a luce rossa, collegate al preavvisatore, che avrebbero dovuto avvertire i Fiorentini dell’avvicinarsi del sisma.

Anche per questo dispositivo nacquero forti polemiche tra lui ed altri studiosi.

Atto Maccioni fu molto dispiaciuto per le critiche che Stiattesi fece al suo basato sulle onde radio :

... Se la scoperta delle onde elettriche in relazione al terremoto mi esilarò, la guerra insidiosa e vile che mi viene fatta da chi non dovrebbe ha neutralizzato quel senso di umana compiacenza che ho per breve tempo gustato!... (Maccioni ad Alfani).

Nell’occasione dellstiattesiSenza titolo-5 bassa.jpg (83440 byte)’intervista fattagli da un giornale, rivolgendosi a lui come “ Padre”, Stiattesi risponde sdegnosamente :... prima di tutto si rammenti che non sono un frate e quindi il titolo di padre non mi conviene....

Da questo lo sdegno dei frati come Maccioni che lo appellano “antifrate” e “nero piattolone” come abbiamo già letto. Nelle varie corrispondenze si notano altri appellativi  “ Quarto Pilato”   “idrofobo da ricoverare” ecc

Solo Isidoro Baroni, giornalista che era un detrattore di padre Alfani, gli manifesta stima ed amicizia:

... Ella si è conquistata faticosamente una notorietà più scarsa dell’alfanesca, sebbene Le si devano riconoscere meriti assai superiori....

Stiattesi aveva brevettato in buona parte del mondo anche alcune invenzioni, come un proiettore stereoscopico ed un pneumatico antiforo.

La radio

Nel novembre 1912 iniziò la lunga odissea per l’installazione di una radio a galena atta a ricevere Parigi, analogamente a quantostiattesiSenza titolo-7 bassa.jpg (33564 byte) aveva fatto padre Alfani. Prima un lungo carteggio con l’amministrazione della villa reale di Castello, poi una tiritera allucinante per richiedere il permesso al ministero. Analogamente ad Alfani ed altri il permesso fu accordato nel febbraio del 1914 e revocato nell’agosto dello stesso anno. Certamente lo Stiattesi aveva già in uso la stazione dal 1913, giacchè Ferraiolo, dell’Osservatorio di Taranto gli chiede consigli in merito già l’8 aprile 1913, ma non se ne conosce la data precisa e, secondo quanto si legge, era stato preceduto dal suo “rivale” Alfani ( 17 marzo 1912). A differenza di quest’ultimo, che aveva usato un detector elettrolitico, Stiattesi ne aveva usato uno a cristallo, peraltro l’apparato e l’antenna erano molto simili a quello impiantato allo Ximeniano.

 

Terminata la prima guerra mondiale, se pur con molta lentezza riprese l’attività dei dilettanti. Stiattesi ottenne il permesso per una stazione di ascolto a scopi scientifici nel 1923. Nel frattempo notiamo una corrispondenza tra lui ed altri appassionati, come con la sua vicina baronessa Francesca Ritter de Zahony, che era andata a Parigi a procurarsi gli strumenti.

Radiestesia e geofisica

Nel 1940 Stiattesi racconta:

 Nell’ambito della mia partecipazione al Comitato delleR icerche, incaricato d’autorità dal Governo, ebbi da occuparmi di giudicare le ricerche nel sottosuolo di un gruppo di rabdomanti che doveva lavorare nelle Colonie. In circa due anni non ebbi a verificare che le sostanze ricercate si fossero manifestate e feci una relazione assolutamente stroncante. Le prove con i vari apparecchi elettrici risultarono altrettanto negative. Accadde però, che ritrovandomi durante le ricerche, sui luoghi di stimolo, si era rimesso in ordine il nostro organismo in modo di risuscitare in noi quell’attitudine che si era atrofizzata per il non uso per generazioni.....

Nel suo racconto appare anche un apparecchio atto a risvegliare la sensibilità sopita come il RistiattesiSenza titolo-1 bassa.jpg (304798 byte)attivatore di Meier, costruito a Monaco di Baviera. Ho faticato non poco a rilevarne i particolari costruttivi fino a scoprire che era una scatola dotata di due fori nella parte superiore, illuminati da due lampade tra le quali ed i fori erano interposti in una un vetro rosso, nell’altro  uno azzurra. Passando sopra i fori, alternativamente, la bacchetta in dotazione impugnata con le due mani, l’organismo riacquistava sensibilità a stimoli radiestesici. La Germania era molto avanti in quella specie di ricerche ed addirittura il cancelliere Hitler era Presidente della società di radiestesia.

 Stiattesi descrive anche un altro apparecchio tedesco, il Panrheumeter, dotato di un indice che può ruotare di 360 gradi, che reagisce alle onde elettromagnetiche provenienti dalle sostanze e dal corpo umano. Avvicinato all’oggetto da esaminare, assume un senso di rotazione ed una deviazione, che variano col le diverse sostanze ed il loro peso specifico. Nel caso del corpo umano riesce anche a riconoscere le patologie. In Germania l’attivatore costava 320 marchi, il Panrheumeter 85.

il radioanalizzatore

Questo apparecchio di sua invenzione è costituito da un cavalletto a treppiede dotato di una testa goniometrica graduata negli assi verticali ed orizzontali, che supporta un asta metallica anch’essa graduata che viene diretta verso la sostanza dastiattesiSenza titolo-3 bassa.jpg (132859 byte) esaminare. Un pendolo od una bacchetta divinatoria avvicinati all’asta reagiranno più o meno intensamente secondo in quale punto vengono applicati. Alle varie graduazioni corrisponde il nome della sostanza esaminata. Il principio è quello delle linee di Lechler. Secondo Stiattesi ogni sostanza, nel suo lento processo di disintegrazione, emette delle radiazioni. La teoria più accreditata è che queste radiazioni, di frequenza che cade nel campo dell’infrarosso, facciano un battimento con la frequenza del radiestesista risultandone una lunghezza d’onda percepibile di una settantina di cm. Queste ipotesi sono ampiamente trattate, se pur con qualche lacuna, nel volume “ Saggi di Radiestesia” edito negli anni ’50 a cura del Centro Ticinese Studi di Radiestesia, Lugano.

Petrolio a Terzollina!

 A quanto pare fu con questo apparato che scoperse il petrolio nel sottosuolo di Castello Fiorentino. Si creò una società per lo sfruttamento, si trivellò fino ad oltre 300 metri ma senza successo. Il petrolio avrebbe dovuto essere di migrazione, in rivoli provenienti da Figline di Prato, pronto, secondo Stiattesi, a fornire quasi quattro chilometri cubici del prezioso liquido.

La fine dell’Osservatorio

Durante la seconda guerra le truppe tedesche si insediarono nella villa che ospitava l’OsservaStiattesix bassa.jpg (80234 byte)torio e, credendo contenesse una stazione radio clandestina, distrussero tutto. Nel 1955 Stiattesi fa una petizione al Governo nel tentativo di avere i fondi per riattivare il laboratorio ma non ottiene niente. Stiattesi proseguì con le sue ricerche nel sottosuolo in località di tutt’Italia e si prestò anche a ricerche radiestesiche di persone scomparse nella seconda guerra od alla ricerca del luogo della sepoltura.

Nel 1963, a 96 anni, muore e viene sepolto nel piccolo cimitero in via del Gioiello, attigua a via dell’ Osservatorio, che aveva preso quel nome proprio per la sua presenza. Attualmente non ci sono più tracce dell’Osservatorio pur rimanendo visibile la villa, la chiesetta e la parrocchia.

Vedi la mia pubblicazione "raffaello stiattesi radio e radiestesia!

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